Un drammatico incendio ha colpito una casa vacanze a Napoli, portando alla tragica morte della turista Emanuela Chirilli. Questo episodio ha sollevato interrogativi sulla conformità della struttura alle normative vigenti. Approfondire la regolarità di simili attività ricettive diventa cruciale, principalmente per garantire la sicurezza di chi alloggia in tali luoghi e per certificare che le normative di sicurezza e fiscalità siano rispettate.
Il caso del Covo degli Angioini e le irregolarità amministrative
L’incendio avvenuto nel palazzo di Piazza Municipio, precisamente nel Covo degli Angioini, ha acceso i riflettori sulla struttura, inizialmente classificata come bed and breakfast. Tuttavia, è emerso che la struttura operava come casa vacanze. Queste due categorie di attività hanno normative distinte; in particolare, un bed and breakfast può essere considerato tale solo se prevede una camera affittata dal proprietario dell’appartamento per un’integrazione del reddito. In questo caso, si è scoperto che esiste una sola SCIA registrata presso i registri comunali, come dichiarato da Agostino Ingenito, presidente dell’ABBAC . Questo fatto solleva seri interrogativi sulla legittimità della gestione della struttura.
All’interno dello stesso palazzo, i turisti hanno confermato la presenza di più appartamenti gestiti dalla stessa entità, il che potrebbe violare le normative vigenti per ciascuna struttura ricettiva. Secondo Ingenito, “ogni abitazione deve possedere la propria SCIA.” La presenza di più alloggi avrebbe potuto configurare una violazione della legge, che permetterebbe solo un certo numero di attività ricettive nell’edificio. Sono attesi controlli incrociati da parte delle autorità competenti per accertare la situazione amministrativa e la regolarità della struttura.
Il palazzo di Piazza Municipio: un esempio di turistificazione
Il civico 84 di Piazza Municipio rappresenta un chiaro esempio dell’esplosione delle attività ricettive nell’area di Napoli. Situato di fronte al molo Beverello, il palazzo ospita prevalentemente case vacanze e B&B, riducendo la presenza di attività commerciali tradizionali e studi professionali. La saturazione del mercato turistico ha trasformato questo spazio in un terreno fertile per attività ricettive, suscitando preoccupazioni sulla loro gestione e sulla sicurezza degli ospiti.
Le autorità locali sono ora sottoposte a una pressione crescente per garantire che quelle che operano come strutture ricettive rispettino tutte le normative. L’assenza di residenza permanente nel palazzo ha reso difficile reperire informazioni dai vicini. Nonostante l’approccio cauto degli operatori locali, i turisti hanno espresso il loro discomfort rispetto alla situazione, esprimendo preoccupazioni sulla sicurezza delle strutture in cui alloggiano. Questo non è solo un problema di conformità fiscale, ma anche un tema cruciale per la salute e la sicurezza dei turisti in visita a Napoli.
La sicurezza nelle strutture ricettive: un tema da affrontare
Il tragico incendio al settimo piano del palazzo è stato attribuito a un malfunzionamento della rete elettrica, in particolare di una multipresa. Tuttavia, le segnalazioni di problemi elettrici da parte di altri ospiti della struttura dovrebbero sollevare allegazioni più gravi sulla cura e manutenzione della casa vacanze. Infatti, a riportare un episodio di scossa elettrica causata dall’impianto erano stati degli utenti solo cinque mesi fa.
Ingenito ha sottolineato l’importanza di garantire che le strutture siano dotate di componenti di sicurezza fondamentali, come gli estintori e segnalatori di fumo, elementi previsti dalla legge. La carenza di tali dispositivi almeno in questo caso, potrebbe comporre un grave rischio sia per la sicurezza degli ospiti sia per l’incolumità delle persone circostanti. La verifica delle normative di sicurezza è ora un aspetto fondamentale per tutti coloro che sono coinvolti nell’ospitalità turistica.
Nel mentre, le autorità competenti stanno avviando controlli sulle strutture della zona, dal momento che questo tragico evento ha riportato l’attenzione sul tema della “turistificazione selvaggia” di Napoli. La richiesta di ferie sicure non deve risultare compromessa dalla mancanza di supervisione o da scelte amministrative errate. Rimanere vigili è essenziale per garantire un futuro più sicuro e regolato per il settore turistico della città.