Trapianto di cuore a cuore battente: un successo innovativo che cambia la storia della cardiochirurgia

A Padova, un importante traguardo nella cardiochirurgia è stato raggiunto con il primo trapianto di cuore eseguito interamente a cuore battente, un intervento che potrebbe rivoluzionare le pratiche di trapianto nel mondo. Questo approccio, progettato per minimizzare i danni all’organo donato durante il processo di trapianto, rappresenta un notevole passo avanti rispetto alle tecniche tradizionali. Gino Gerosa, direttore dell’UOC Cardiochirurgia dell’Azienda-Ospedale Università di Padova, ha condiviso con Adnkronos Salute dettagli cruciali su questa nuova procedura.

La rivoluzione del trapianto a cuore battente

Il 2023 segna un momento storico, proprio 57 anni dopo il primo trapianto di cuore effettuato da Christian Barnard in Sudafrica. A Padova, la nuova tecnica prevede che l’organo donato venga mantenuto attivo durante l’intero processo, evitando così i tradizionali “stop and go” che hanno caratterizzato le operazioni fino ad oggi. Gino Gerosa spiega che, contrariamente alle procedure precedenti, il cuore del donatore viene prelevato e trapiantato senza mai fermarsi, permettendo di ridurre drasticamente i danni cellulari legati all’ischemia e alla riperfusione.

Questa innovazione non è solo tecnica, ma segna un cambio di mentalità nell’ambito della cardiochirurgia, contribuendo a aumentare l’efficacia del trapianto e a migliorare i risultati post-operatori. L’approccio a cuore battente consente un recupero più rapido per i pazienti, consentendo loro di tornare a una vita normale con maggiore velocità e minori complicazioni.

Vantaggi tangibili del nuovo trapianto

L’intervento non si limita solo ad essere un progresso scientifico, ma promette vantaggi sostanziali per i pazienti. Gerosa evidenzia come la preservazione delle funzioni cardiache porti a risultati clinici migliori, con minori probabilità di complicazioni e un recupero accelerato.

Con questa tecnica, il danno da ischemia/riperfusione, causa frequente di complicanze nei trapianti, viene drasticamente ridotto. Questo non solo aumenta le possibilità di successo dell’intervento, ma consente anche una miglior qualità della vita post-trapianto. L’esperto del settore sottolinea che i trapianti a cuore battente possono ora essere effettuati con maggiore sicurezza, aprendo le porte a un’adozione più ampia di questa metodica in altri ospedali e istituzioni a livello globale.

Tra i benefici immediati vi è anche una riduzione dei tempi di attesa per i pazienti che necessitano di un cuore nuovo, rendendo il processo di donazione e trapianto più efficiente e meno traumatico.

L’impatto mondiale della tecnica

Questa nuova tecnica non rappresenta solo un traguardo locale per Padova, ma ha il potenziale di influenzare profondamente la cardiochirurgia a livello internazionale. Gerosa infatti sostiene che il modello attuato a Padova potrà essere replicato con successo in altre realtà sanitarie nel mondo: “Questo metodo migliorerà i risultati dei trapianti cardiaci in tutte le strutture che adotteranno questa nuova procedura.”

Inoltre, la sensibilizzazione sulla donazione degli organi potrebbe beneficiare di questo sviluppo, incoraggiando più persone a diventare donatori, dal momento che la probabilità di successo del trapianto aumenta. L’approccio a cuore battente non è solo una tecnica chirurgica, ma rappresenta un nuovo standard che potrebbe migliorare l’intera esperienza del paziente, dal momento della donazione fino al dopo-intervento.

Nel mondo della medicina, innovazioni come questa offrono non solo speranza ma anche concrete possibilità di miglioramento per la vita di chi attende un trapianto. A Padova si scrive un nuovo capitolo nella storia della cardiochirurgia, all’insegna della vitalità e della rinascita.

Published by
Valerio Bottini