Triste notizia: è morto Totò Schillaci, l’ex calciatore simbolo del mondiale 1990, a 59 anni

Totò Schillaci, un nome che risuona in ogni angolo dell’Italia, si è spento questa mattina all’età di 59 anni, lasciando un vuoto incolmabile nel cuore di tutti gli appassionati di calcio. Originario di Palermo, l’ex calciatore è deceduto a causa di complicazioni legate a un tumore al colon-retto, diagnosi appresa nel 2022 che ha segnato l’inizio di un lungo e difficile percorso di trattamenti e operazioni. La sua vita, segnata da momenti indimenticabili sul campo di calcio, si è interrotta in un momento di grande fragilità.

La malattia di Schillaci

Diagnosi e percorso terapeutico

Due anni fa, Totò Schillaci scoprì di essere affetto da un tumore al colon-retto, uno dei tipi di cancro più frequenti in Italia, che colpisce anche persone sotto i 50 anni. La situazione si era aggravata negli ultimi mesi e lo scorso sabato era stato ricoverato nel reparto di pneumologia dell’ospedale civico di Palermo. Durante questo periodo, l’ex campione si era sottoposto a due operazioni e, inizialmente, sembrava avercela fatta, continuando a vivere la sua quotidianità.

Tuttavia, agli inizi di settembre, il suo stato di salute è rapidamente degenerato. La malattia del colon-retto, come evidenziato dalla Fondazione AIRC, si sviluppa nel colon o nel retto a causa di una crescita incontrollata di cellule epiteliali nella mucosa intestinale. Spesso questa patologia ha origine dalla trasformazione di polipi, piccole escrescenze che, nella maggior parte dei casi, non presentano sintomi visibili.

Sintomi e diagnosi precoce

La mancanza di sintomi chiari rende il tumore del colon-retto particolarmente insidioso. Anemia, stanchezza, perdita di appetito e in alcuni casi anche perdite di sangue, possono essere segnali inequivocabili. Gli esperti, tra cui il prof. Maurizio Vecchi dell’Università degli Studi di Milano, sottolineano l’importanza della diagnosi precoce, che, se effettuata nei primi stadi, può portare a una prognosi molto favorevole, con tassi di sopravvivenza a cinque anni superiori al 90%.

Per prevenire la malattia, è fondamentale seguire un programma di screening, che dovrebbe iniziare a partire dai 50 anni. Lo screening consiste in semplici test come la ricerca di sangue occulto nelle feci, da effettuarsi ogni due anni, e il successivo step di colonscopia in caso di positività. Questi passaggi possono risultare essenziali per rimuovere eventuali polipi o lesioni prima che possano diventare cancerosi.

L’eredità di Schillaci nel calcio

Un simbolo del calcio italiano

Totò Schillaci ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del calcio italiano, divenendo un simbolo delle celebri “notti magiche” del mondiale 1990. L’attaccante palermitano, con il suo stile unico e la sua esplosività, ha incantato il pubblico, contribuendo in modo decisivo al successo della nazionale azzurra.

Il suo talento luminoso, emerso durante quel torneo, lo ha portato a diventare capocannoniere della competizione, segnando sei gol e consacrandosi definitivamente nel panorama calcistico italiano. La sua espressione di gioia e la sua celebre esultanza fanno parte della memoria collettiva del calcio italiano.

Il richiamo della nostalgia

La morte di Schillaci non segna solo la perdita di un grande calciatore, ma chiama a riflettere anche sull’importanza della salute e dei controlli medici. La sua storia si intreccia con quella di molti altri che combattono contro malattie gravi e la sua figura rimarrà sempre come un monito e un esempio per le generazioni future. A Villa Vannoni, il suo nome resta legato a quella gloria trascorsa, in attesa di una nuova generazione di talenti che potranno ispirarsi alla sua incredibile carriera.

Published by
Redazione