Tumore al seno: il calo della mortalità tra le giovani donne e le sfide per il futuro

Il tumore al seno continua a rappresentare una delle sfide più gravi per la salute delle donne in tutto il mondo, specialmente nelle giovani pazienti. Tuttavia, recenti dati segnalano un calo della mortalità tra le donne sotto i 50 anni in Italia, dove la riduzione si attesta al 16% dal 2006 al 2021. Questo progresso, sebbene promettente, apre la porta a nuove complessità, in particolare riguardo alla preservazione della fertilità delle pazienti. Il panorama della ricerca è molto attivo, specie all’ospedale San Martino di Genova, dove si sta lavorando per affrontare questi temi in maniera innovativa.

Aumento dei casi e miglioramento della sopravvivenza

In un contesto globale, i casi di tumore al seno diagnosticati nelle donne giovani sono in aumento. Negli ultimi dieci anni, il numero di diagnosi in Italia è cresciuto del 16%, passando da 48mila nel 2013 a circa 55.900 nel 2023. Questa neoplasia è la più comune sia tra le donne che a livello generale, anche se i casi maschili rimangono rari. È di fondamentale importanza che anche gli uomini siano consapevoli dei segnali del cancro al seno, nonostante i numeri siano molto più favorevoli per il sesso femminile.

Lucia Del Mastro, professore ordinario e direttore della Clinica di Oncologia Medica dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino, evidenzia come il calo dei decessi tra le pazienti più giovani segni un miglioramento significativo nelle cure disponibili. Tuttavia, quando il tumore colpisce donne sotto i 40 anni, spesso assume forme più aggressive e può essere associato a mutazioni genetiche come quelle del gene Brca. Queste variabili amplificano la necessità di approcci terapeutici mirati e personalizzati.

Focus sulla preservazione della fertilità

Un aspetto cruciale per le donne giovani affette da cancro al seno è il desiderio di maternità. Affrontare il cancro può comportare il rischio di infertilità legato ai trattamenti, come la chemioterapia. Gli specialisti dell’ospedale San Martino sono pionieri nello studio di queste problematiche, formando un ponte tra oncologia e fertilità. Grazie alle nuove sconfitte nel paradigma terapeutico, oggi è possibile aiutare le pazienti a pianificare una gravidanza futura anche dopo aver superato il cancro.

La ricerca condotta a Genova ha analizzato in dettaglio gli effetti collaterali delle terapie antitumorali. In particolare, gli esperti stanno studiando le disfunzioni ovariche e l’insorgenza di menopausa precoce che possono derivare dagli interventi terapeutici. L’obiettivo è garantire che le pazienti giovani, una volta guarite, possano tornare a vivere una vita normale, piena di possibilità e speranze, incluso il desiderio di avere figli.

Innovazione e ricerca oncologica in Italia

La qualità delle cure oncologiche in Italia è oggetto di crescente attenzione, in particolare alla luce dei risultati ottenuti da ospedali come il San Martino. Marco Damonte Prioli, direttore generale dell’Irccs Ospedale Policlinico San Martino, sottolinea l’importanza della sinergia tra assistenza sanitaria e ricerca. Questo approccio integrato ha permesso all’ospedale di ricevere il prestigioso accreditamento di “Comprehensive Cancer Center”, attestato massimo dall’Organizzazione delle Istituzioni Europee di Cancro . Non è soltanto un traguardo; è un impegno per il futuro.

Nel corso dell’anno, in Liguria vengono diagnosticati circa 1.650 nuovi casi di tumore al seno, e la maggior parte di queste pazienti riceve trattamento presso il San Martino. Il 26% delle pazienti viene arruolato in studi clinici, permettendo loro di avere accesso iniziale a nuove terapie potenzialmente efficaci. L’ospedale, inoltre, si distingue per la quantità di studi accademici realizzati dai suoi ricercatori, favorendo progressi nella cura del cancro al seno.

Novità dagli studi internazionali

Durante il recente convegno di Genova, ‘Back From San Antonio’, sono stati presentati alcuni studi all’avanguardia. Matteo Lambertini ha esplorato il ruolo della chirurgia preventiva nelle pazienti portatrici di mutazioni Brca, segnalando che l’intervento chirurgico può ridurre significativamente il rischio di recidiva del cancro. La chirurgia di riduzione del rischio si dimostra essere una strategia vitale per molte donne, anche se presenta dilemmi emotivi e decisionali significativi.

Valentina Guarneri ha esposto i risultati di uno studio sul carcinoma mammario triplo negativo, una delle forme più aggressive di cancro. La ricerca ha evidenziato che l’uso dell’immunoterapia come trattamento adiuvante può migliorare le chance di sopravvivenza in pazienti ad alto rischio. Ulteriori studi presentati a Genova hanno spaziato da terapie indirette a questioni come la radioterapia e le terapie endocrinologiche, evidenziando il continuo impegno nella ricerca clinica.

Sguardo al futuro della diagnosi oncologica

Il futuro per le pazienti oncologiche appare promettente anche per i nuovi strumenti diagnostici. La biopsia liquida potrebbe giocare un ruolo cruciale nella rilevazione precoce delle recidive, offrendo nuovi metodi per monitorare la malattia in evoluzione. La ricerca continua a focalizzarsi su come migliorare le terapie esistenti, riflettendo il progresso dei metodi diagnostici e terapeutici attuali.

In concomitanza con il convegno di Genova, saranno premiati due giovani oncologi per i loro lavori innovativi sul carcinoma mammario, testimoniando l’importanza della ricerca nei giovani professionisti e l’impatto che possono avere sul futuro della lotta contro il cancro. La comunità scientifica italiana sta dimostrando, con i suoi risultati, la vitalità e la capacità di guidare nel panorama mondiale della ricerca oncologica.

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