Negli ultimi giorni, la UEFA ha avviato un nuovo processo per raccogliere manifestazioni di interesse riguardo alla possibilità di assegnare la finale di Champions League del 2027. Dopo la revoca della finale a Milano, l’attenzione si concentra ora sulle candidature italiane. Giorgio Marchetti, vicepresidente della UEFA, ha condiviso notizie interessanti sul futuro delle competizioni europee, evidenziando anche la questione dei calendari e delle strutture sportive in Italia.
Il processo per la selezione della città ospitante della finale di Champions League 2027 è ufficialmente iniziato con l’invio di una lettera a tutte le federazioni interessate. Secondo le parole di Giorgio Marchetti, tutte le manifestazioni di interesse dovranno essere espresse entro la fine di ottobre, con una scadenza ben definita. Solo al termine di questo periodo sarà possibile avere un quadro chiaro delle candidature e delle aspettative per l’assegnazione dell’evento. Questa è un’opportunità significativa per le città italiane che desiderano ospitare una finale di Champions, evento di grande importanza e visibilità internazionale.
La decisione di revocare la finale a Milano ha aperto il campo a domande e speculazioni sulle motivazioni e sui criteri utilizzati dalla UEFA. L’assegnazione della finale di Champions League non è solo una questione di prestigio, ma anche di opportunità economiche per le città selezionate, che beneficiano di un’enorme affluenza di turisti e di spettatori provenienti da tutto il mondo. Gli ambienti calcistici italiani sono al momento in attesa di comprendere come si evolverà questa situazione.
Giorgio Marchetti ha anche parlato del nuovo formato delle competizioni europee, sottolineando che le riforme introdotte si orientano verso una maggiore imprevedibilità e interesse. Per Marchetti, ci si deve preparare a un aumento delle giornate di competizione, al fine di osservare i trend emergenti. Uno dei principali obiettivi è quello di rendere il formato del torneo più coinvolgente, affrontando alcune criticità come la prevedibilità dei gironi. La UEFA sta puntando a evitare scenari in cui le ultime partite non abbiano significato, garantendo adrenalina fino all’ultimo incontro.
I risultati eclatanti registrati nelle prime giornate di gioco rivelano già chiari segni di queste modifiche, con squadre che, nonostante i punteggi sorprendenti, hanno poi subito sconfitte in incontri successivi. Questo elemento di imprevedibilità è visto come un passo positivo verso una competizione più dinamica e avvincente, in grado di catturare l’interesse non solo dei tifosi ma anche degli osservatori internazionali.
Il dibattito sul numero crescente di partite nelle diverse competizioni è un tema caldo, con molteplici reazioni da parte di giocatori e addetti ai lavori. Marchetti ha affermato che il tema del calendario è complesso e richiede attenzione. Sebbene ci sia un evidente aumento delle partite, ci sono anche fattori compensativi, come la disponibilità di rose più ampie e strategie di turnazione avanzate che le squadre stanno attuando.
Secondo i dati forniti, il numero di minuti giocati dai singoli calciatori rimane relativamente stabile, nonostante il maggior numero di partite. Nella stagione 2023-24, le formazioni della massima divisione europea hanno impiegato i loro migliori undici giocatori per circa il 70% del tempo totale disponibile. La crescita continua del turnover nella composizione delle squadre dimostra come i club stiano affinando le loro strategie per garantire freschezza ai propri atleti, un aspetto fondamentale per mantenere alta la competitività e l’intensità del gioco.
Un altro tema centrale del discorso di Marchetti ha riguardato le infrastrutture sportive in Italia. Il vice segretario generale della UEFA ha espresso speranza riguardo al futuro degli stadi italiani, riconoscendo che l’attuale situazione impiantistica non è all’altezza degli standard richiesti per le competizioni internazionali. La modernizzazione e il miglioramento delle strutture sono essenziali affinché l’Italia possa recuperare terreno e diventare nuovamente un punto di riferimento nel calcio europeo.
Marchetti ha concluso rimarcando l’importanza che la qualità degli impianti ha non solo per i club, che ne trarrebbero beneficio economico e d’immagine, ma anche per l’intero movimento calcistico italiano. Il miglioramento delle infrastrutture potrebbe contribuire a un’inversione di tendenza e a un rilancio del calcio nazionale, creando un ambiente favorevole alla crescita del settore.