In programma fino a domenica 15 settembre, Antro – Il Festival del Parco archeologico dei Campi Flegrei offre al pubblico un’affascinante serie di eventi che uniscono teatro, danza e musica nella storica cornice del Castello aragonese di Baia. Con la direzione artistica di importanti enti culturali locali e il supporto del Ministero della Cultura, la manifestazione culmina in quattro appuntamenti imperdibili, tra cui una conferenza accademica e performance artistiche che promettono di sollecitare la mente e l’anima.
Un debutto all’insegna dell’improvvisazione
Commedia&Arte con Markus Kupferblum
Mercoledì 11 settembre alle 21.00, la manifestazione si apre con l’evento Commedia&Arte, ospitato dalla Fondazione Canto di Virgilio in collaborazione con Domus Ars e Pluriverso Accademia del Fuoco. Protagonista della serata sarà Markus Kupferblum, un artista poliedrico che unisce la sua esperienza di attore, regista e insegnante in un’unica performance che utilizza le maschere come strumento di espressione. Le maschere mute, di ispirazione basilese, e le mezze maschere della Commedia dell’Arte, giocano un ruolo cruciale, consentendo agli attori di navigare attraverso un dialogo visivo, pur mantenendo una connessione verbale.
L’improvvisazione è al centro dell’evento, non solo per gli attori ma anche per il pubblico, invitato a partecipare attivamente alla rappresentazione. Questo approccio performativo ben si inserisce nel tema del festival “Mens agitat molem”, riflettendo sul potere della mente di influenzare la realtà circostante. La serata promette quindi di essere non solo uno spettacolo ma un’esperienza immersiva che coinvolge gli spettatori in un dialogo diretto con l’arte.
Un viaggio nel sacro e nel profano
Sibille: oracoli e divinazioni
Venerdì 13 settembre, le luci del palcoscenico si accendono su Sibille: oracoli e divinazioni in forma moderna, una performance della coreografa Marina Rippa che unisce diciannove donne in scena. Queste attrici portano con sé oggetti magici e divinatori, ognuno carico di significato e di simbolismo, creando un’interazione coinvolgente con il pubblico. Accompagnate dalla musica dal vivo di Roberta Giannattasio, le attrici viaggiano attraverso le varie tradizioni culturali e le storie che queste rappresentano.
La presenza di elementi sacri come l’alloro, dedicato ad Apollo e emblematico delle Sibille, arricchisce ulteriormente la performance. Le attrici utilizzano i loro oggetti per esplorare domande esistenziali e offrire risposte che attingono alla saggezza popolare. La fusione tra sacro e profano permette un’esperienza collettiva che stimola riflessioni individuali e collettive, permettendo al pubblico di comprendere il valore delle tradizioni e delle credenze nella nostra società contemporanea.
Danza e simbolismo femminile
Il mare che ci unisce: una celebrazione della tradizione
Sabato 14 settembre, il focus si sposta sulla danza con Il mare che ci unisce, una creazione di Emma Cianchi che celebra le danze tipiche del sud Italia. Con la potente colonna sonora di Lino Cannavacciulo e la partecipazione di quattro danzatrici, lo spettacolo si propone di trasmettere la storia della Sibilla Cumana, figura emblematica del folklore locale. Le danzatrici, Maria Anzivino, Pearl Hubert, Tonia Laterza e Gaia Mentoglio, interpretano coreografie che uniscono storie antiche e moderne, enfatizzando l’importanza del ruolo femminile nel tempo.
I costumi progettati da Leandro Fabbri e il set design di Alessandro Sodano arricchiscono l’esperienza visiva, rendendo omaggio alla ricchezza culturale dell’area. Ogni danza e movimento ha il fine di raccontare storie, di emozionare e ispirare, creando una connessione tra il passato e il presente. Con un debutto di successo al prestigioso Jacob’s Pillow nel Massachusetts, questo spettacolo rappresenta un’importante vetrina per l’arte e la cultura del Mediterraneo.
Chiusura in grande stile con una commedia classica
Menecmi: il capolavoro di Plauto
Domenica 15 settembre, il festival si conclude con il grande attore Francesco Montanari, interprete di Menecmi, una delle commedie più celebri di Plauto. L’adattamento moderno e la regia di Enrico Zaccheo portano in scena la storia dei gemelli Menecmi, separati alla nascita ma destinati a rincontrarsi. L’interpretazione da parte di un singolo attore dei due ruoli sottolinea l’abilità di Montanari nel creare contrasti e situazioni comiche che riflettono la natura umana e i suoi equivoci.
Specialmente con la traduzione di Sacha Piersanti e l’adattamento di Arianna Mattioli, lo spettacolo si propone di coinvolgere il pubblico in un’esperienza teatrale ricca di riso e riflessione. La narrazione si muove tra grottesco e realtà, permettendo allo spettatore di scorgere messaggi universali anche nei momenti più leggeri della commedia. Il festival termina con un invito alla partecipazione, offrendo accesso a tutti gli eventi con un biglietto di ingresso di 5 euro, un’opportunità per immergersi nella cultura e nell’arte del territorio.