Il mondo del calcio è caratterizzato da rivalità intense e nostalgiche. Oggi, durante la trasmissione “A Pranzo con Umberto Chiariello” su CRC, radio partner della SSC Napoli, il noto giornalista sportivo ha condiviso riflessioni sul calcio italiano e sulle recenti prestazioni della nazionale azzurra. Chiariello ha toccato temi storici, mettendo in luce le origini del calcio nella Penisola e il confronto con la Francia, suggerendo una rinnovata consapevolezza sullo stato attuale del calcio in entrambe le nazioni.
Umberto Chiariello ha aperto il suo intervento constatando un certo risveglio verso la dura realtà del calcio italiano. “Siamo tornati con i piedi per terra” ha affermato, sottolineando come le aspettative fossero elevate prima della recente sconfitta contro la Francia. È un’affermazione che invita a riflettere su un panorama calcistico che ha visto l’Italia come una potenza, specialmente negli anni ’30, quando il calcio italiano raggiunse il vertice con tre titoli Mondiali. Chiariello ha ricordato che il calcio italiano ha radici storiche, risalenti a competizioni con le nazioni limitrofe, in particolare con la Francia, la Svizzera e l’Austria.
Il giornalista ha analizzato come la percezione comune possa frequentemente tralasciare l’importanza delle origini di questo sport nel nostro paese, sottolineando le vittorie storiche nei Mondiali del 1934 e 1938, sostenute anche dal regime fascista. In questo contesto, Chiariello ha richiamato alla memoria la vittoria alle Olimpiadi di Berlino del 1936 e la meno conosciuta Coppa del Centro Europa, entrambi trofei che contribuirono a consolidare il prestigio calcistico dell’Italia.
Chiariello ha proseguito la sua analisi sulla Francia, evidenziando come nel periodo fino agli anni ’70 il calcio francese fosse praticamente assente dalla scena mondiale, eccezion fatta per il campionato del mondo del 1958. Durante quel torneo, la nazionale francese si trovò a contendere contro il Brasile, alla fine prevalente, ma capace di subire il gioco aggressivo dei francesi. Questo episodio rappresentò un momento di riscatto, che successivamente però non ebbe seguito, poiché il calcio continuava a non essere il principale sport nel paese, dove il rugby dominava.
Il punto di svolta, secondo Chiariello, si verificò nel 1978 prima del Mondiale in Argentina. La partita che si giocò a Napoli evidenziò la forza emergente della Francia, allora guidata dal leggendario Michel Platini. Chiariello sostiene che quel match rappresentò una sorta di canto del cigno per la nazionale azzurra, che tuttavia riuscì a portare a casa la vittoria.
Le rivalità tra i due paesi continuarono a crescere, soprattutto durante i Mondiali e gli Europei. Chiariello ha menzionato le sconfitte subite dall’Italia per mano della Francia negli anni successivi, ma anche il trionfo del 2006 che portò gli Azzurri al loro quarto titolo mondiale, nonostante le controversie legate alla performance.
Negli ultimi anni, la Francia ha dimostrato di aver raggiunto un livello di competitività senza precedenti nel panorama calcistico mondiale. Chiariello ha descritto la Francia come un “impero” del calcio, capace di sfornare talenti a un ritmo allarmante. L’analisi sottolinea come i giocatori francesi, anche in assenza di stelle come Kylian Mbappé, siano in grado di mantenere alte le aspettative e la qualità del gioco.
Le nuove generazioni di giocatori e l’integrazione degli sportivi provenienti dalle ex colonie hanno conferito alla Francia una diversità e una ricchezza di talenti che le consente di fronteggiare qualsiasi avversario. Chiariello ha esortato gli appassionati italiani a non concedersi al vittimismo e a riconoscere la superiorità attuale della nazionale francese.
Infine, il noto giornalista ha voluto rivolgere un chiaro messaggio al pubblico presente allo stadio, denunciando il comportamento di chi fischiava l’inno francese, “La Marsigliese”, sottolineando che tale inno ha un significato storico per tutti e non solamente per i francesi, rappresentando un simbolo di libertà e democrazia nel contesto della storia europea e mondiale.