Un evento significativo ha segnato il primo anniversario della tragica scomparsa di Lorenzo Perelli, l’adolescente di 18 anni deceduto il 21 gennaio 2022 in un incidente sul lavoro. Un gruppo di studenti della Rete Studenti Medi ha organizzato una manifestazione davanti al Ministero dell’Istruzione e del Merito, esprimendo così il loro dolore e la loro indignazione. Lo slogan “Lorenzo è vivo e lotta insieme a noi” ha risuonato nel cuore della capitale, richiamando l’attenzione su un problema che, sebbene non sia nuovo, continua a persistere nel sistema scolastico italiano.
La commemorazione e il messaggio degli studenti
Il gruppo di studenti ha voluto rendere omaggio a Lorenzo e, allo stesso tempo, portare alla luce i problemi che affliggono il sistema di alternanza scuola-lavoro, un percorso di formazione spesso lacunoso. Paolo Notarnicola, coordinatore della Rete degli Studenti Medi, ha rilasciato dichiarazioni chiare e dirette, sottolineando l’urgenza di affrontare la questione della sicurezza all’interno di queste esperienze formative. “Siamo qui per ricordare Lorenzo, morto di Pcto, morto di scuola-lavoro”, ha affermato Notarnicola, evidenziando come l’incidente di Lorenzo rappresenti un campanello d’allarme sul modello di apprendistato attualmente in uso.
Gli studenti hanno ribadito che gli attuali Pcto, ossia i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, rischiano di trasformarsi in semplici modalità per aumentare le ore di tirocinio, piuttosto che nel vero strumento di preparazione al mondo del lavoro. Questo modello, critico secondo gli studenti, non garantisce adeguate tutele per i ragazzi che vi partecipano, lasciandoli esposti a pericoli e incertezze.
Critiche al decreto lavoro e richiesta di riforme
Duramente criticato anche il recente decreto lavoro, che, secondo Notarnicola, non affronta in modo sufficiente le problematiche legate alla sicurezza dei lavoratori in formazione. L’unico intervento significativo inserito nel decreto ha riguardato l’estensione dell’assicurazione Inail, che gli studenti considerano un palliativo insufficiente rispetto alle reali esigenze di protezione. “È come se si fosse creato un fondo per i decessi, come se il lavoro formativo potesse comportare morti”, ha commentato, evidenziando un problema di fondo che le istituzioni devono affrontare con urgenza.
La mancanza di misure concrete per garantire ambienti di lavoro sicuri è un argomento di grande rilevanza non soltanto per chi entra nel mondo del lavoro per la prima volta, ma anche per tutte le realtà coinvolte. Gli studenti hanno chiesto risposte più incisive e soluzioni pratiche affinché simili tragedie possano essere evitate in futuro.
Sostegno ai lavoratori e alla dignità del lavoro
Durante la manifestazione è emersa anche una forte critica nei confronti del lavoro precario che viene insegnato e normalizzato all’interno delle scuole. Notarnicola ha affermato che è fondamentale rivalutare ciò che viene proposto come esperienza formativa, per garantire che i giovani possano affrontare il mondo del lavoro non solo con competenze, ma anche con la certezza di un’impresa stabile e sicura.
In questo contesto, vi è un appoggio attivo agli importanti referendum promossi dalla Cgil, i quali si focalizzano sulla sicurezza e sulla dignità per i lavoratori e le lavoratrici. Gli studenti hanno espresso la loro volontà di essere parte attiva del cambiamento, spingendo le istituzioni a considerare la loro voce e le loro preoccupazioni. Con la dedizione e la passione dimostrata, si augurano che le esperienze di formazione diventino un’opportunità reale e sicura per tutti, evitando ulteriori tragedie come quella di Lorenzo.