Con il passaggio dell’Inter al fondo Oaktree, le società di Serie A gestite da gruppi statunitensi salgono a sette. A queste si aggiungono il Bologna, di proprietà del canadese Joey Saputo, e il Como, dell’indonesiano Robert Budi Hartono. Considerando anche le squadre di Serie B e Serie C, si contano addirittura 18 club in mano straniera.
L’americanizzazione del calcio italiano ha preso avvio anni fa, ma nell’ultimo decennio ha registrato un’accelerazione significativa. L’epoca del presidente-patron capace di influenzare persino le scelte degli allenatori sembra volgere al termine. Tuttavia, resistono figure come Elkann, Claudio Lotito, Aurelio De Laurentiis e Urbano Cairo, che continuano a gestire direttamente Juventus, Lazio, Napoli e Torino. Se da un lato il calcio potrebbe sembrare meno romantico, dall’altro in molti casi si dimostra più performante dal punto di vista economico e finanziario.
Nella massima serie troviamo sette club di proprietà statunitense. L’Atalanta è gestita da Stephen Pagliuca, anche co-proprietario dei Boston Celtics. Rocco Commisso è il proprietario della Fiorentina dal 2019, mentre il Genoa è controllato dalla società 777 Partners. Il Milan è nelle mani del fondo RedBird di Gerry Cardinale, mentre il Parma ha visto l’ingresso di Kyle Krause. La Roma è di proprietà del Friedkin Group, che ha acquisito il club nel 2020 da James Pallotta. Se il Venezia dovesse essere promosso in Serie A, i club di proprietà straniera potrebbero arrivare a dieci.
In Serie B, il Palermo è di proprietà del fondo emiratino City Group, che possiede anche il Manchester City. Robert Platek ha acquisito il 100% delle azioni dello Spezia nel febbraio 2021, mentre Alexander Knaster ha comprato il Pisa nel 2021. Il Cesena, neo-promosso, è passato sotto il controllo del 60% delle quote della JRL Investments di Robert Lewis e John Aiello. Joseph Marie Oughourlian ha acquisito il Padova in Serie C, mentre la Spal, che fino a due anni fa militava in Serie A, è ora di proprietà dell’avvocato statunitense Joe Tacopina.
Questo articolo esplora l’incidenza dell’americanizzazione nel calcio italiano, evidenziando l’ascesa dei club di Serie A e Serie B sotto il controllo di investitori statunitensi. Un fenomeno che, se da un lato introduce nuove prospettive e risorse finanziarie, dall’altro solleva interrogativi sul futuro e sull’identità dei club italiani.