Le commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera, animate dal dibattito sugli oltre 300 emendamenti al disegno di legge sulla sicurezza, hanno affrontato un intenso percorso di votazioni sulla proposta normativa. L’ampio spettro di argomenti trattati spazia dalla tutela delle forze di polizia e delle forze armate alla gestione della detenzione di armi private senza licenza per gli agenti, dal contrasto al terrorismo alle rivolte in carcere e nei centri per i migranti, passando per misure volte a contrastare borseggi e accattonaggio, fino all’introduzione di tutor per le vittime di usura. Sette mesi dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri, l’attesa è ora rivolta all’Aula per la discussione generale prevista per giovedì 27, anche se potrebbe esserci un eventuale slittamento alla settimana successiva. In particolare, si prospetta la necessità di superare il nodo rappresentato dai 35 emendamenti della Lega che hanno acceso i toni del confronto e che al momento sono rimasti in sospeso. Le commissioni riprenderanno le votazioni martedì alle 11.
La tutela delle forze dell’ordine e dei militari: le novità più significative
Il disegno di legge, con la firma di Viminale, Giustizia e Difesa, risulta particolarmente atteso dalle forze dell’ordine e dai militari, settori che recentemente hanno riscontrato episodi di criticità. Il Governo ha voluto manifestare un sostegno concreto a queste categorie, avviando contestualmente le trattative per i rinnovi contrattuali. Le nuove norme prevedono pene aggravate del 33%, rispetto agli altri pubblici ufficiali, per chi commette atti di violenza o resistenza verso ufficiali o agenti di pubblica sicurezza o polizia giudiziaria, con sanzioni che vanno da due a cinque anni di carcere per lesioni personali, fino a 16 anni per lesioni gravissime. La protezione dei beni delle forze dell’ordine e delle attività in mare della Guardia di Finanza viene rafforzata, così come le sanzioni per chi viola le prescrizioni della polizia stradale e ignora gli alt. Inoltre, gli agenti potranno detenere armi private, senza licenza, anche al di fuori dell’orario di servizio.
L’innalzamento del livello di sicurezza contro nuove tipologie di reati
Il disegno di legge introduce la trasformazione dell’attuale illecito amministrativo di blocco stradale in reato. Le rivolte in ambito carcerario diventano punibili fino a otto anni di reclusione per gli organizzatori e fino a cinque per i partecipanti. Al contrario, sono stati respinti gli emendamenti del M5S che proponevano l’abolizione del reato relativo ai rave party, introdotto con il decreto sicurezza del Governo Meloni, e il divieto del saluto romano. Il quadro normativo si arricchisce anche in ambito antiterrorismo, prevedendo il reato di detenzione di materiale per scopi terroristici e contro l’incolumità pubblica, con sanzioni per chi si procuri strumenti bellici micidiali, armi o sostanze pericolose. Inoltre, viene istituito il reato di occupazione arbitraria di immobili destinati a domicilio altrui, per il quale sono previste pene più severe se il gesto è commesso ai danni di persone vulnerabili.
Estensione del Daspo urbano e controversie sulla cannabis light
Nell’articolo 10 del disegno di legge si prevede l’estensione del Daspo urbano, con la possibilità per il Questore di vietare l’accesso a determinate aree pubbliche a individui denunciati o condannati negli ultimi cinque anni, anche in caso di sentenze non definitive. Le opposizioni vedono criticamente queste misure come frutto di una eccessiva deriva securitaria, mentre il Governo difende la necessità di regolamentare situazioni potenzialmente pericolose per la collettività. Infine, la proposta di equiparare penalmente la cannabis light a quella tradizionale ha suscitato polemiche e resistenze, sia da parte delle opposizioni che dal settore produttivo interessato.