La pièce “2084 – L’anno in cui bruciammo chrome”, scritta e diretta da Marcello Cotugno, debutterà al Teatro Sannazaro di Napoli il 31 gennaio. Lo spettacolo ci trasporta in una realtà futura, densa di inquietudini, che riflette su temi di attualità come il potere crescente della Cina, la digitalizzazione della società e l’influenza della tecnologia sulle relazioni umane. Un dramma che, attraverso personaggi e situazioni, ci invita a riflettere sulla nostra condizione attuale e sulla direzione che stiamo prendendo.
La trama: un futuro dominato dalla Cina
“2084” si colloca in un contesto in cui la Cina ha preso il sopravvento su molte nazioni occidentali, tra cui l’Italia. Napoli è ritratta come una città colonizzata dalla cultura e dall’economia cinese, un segnale di come le dinamiche di potere globali possano evolvere. La vita quotidiana sottrae ai cittadini ogni forma di libertà, riducendoli a pedine di un sistema di sorveglianza in cui ogni azione è registrata e controllata. Il denaro contante è un ricordo e le transazioni avvengono tramite π , una criptovaluta che sancisce un’era di digitalizzazione spinta. I personaggi principali, la famiglia Donati, lottano per seguire le regole imposte da un governo oppressivo, cercando di resistere in un ambiente sempre più alienante e in cui il concetto di privacy è totalmente svanito.
La vita di Perseo e Atria, i genitori, è segnata da un’incessante lotta contro la precarietà e da un’apparente possibilità di riscatto offerta dal governo, che è, in realtà, un’illusione. I loro figli, Izàr e Alhena, affrontano le proprie battaglie personali in un contesto che sembra negare ogni speranza di salvezza o cambiamento. Izàr, chiuso nella sua stanza e rifugiatosi nel metaverso, vive un’esistenza parallela, mentre Alhena cerca un’identità e un futuro attraverso la sua presenza sui social, cercando di conformarsi ai canoni di bellezza imposti dalla società.
Una regia che sfida i confini del teatro
Marcello Cotugno, oltre a firmare il testo, si occupa anche della regia, della progettazione video e della colonna sonora, offrendo uno spettacolo che va oltre la semplice rappresentazione teatrale. L’uso del video come parte integrante della narrazione contribuisce a rendere la visualizzazione del metaverso una realtà palpabile, attualizzando una forma di espressione che sfida i confini tradizionali del teatro. Le immagini e i suoni si intrecciano per creare un’atmosfera che amplifica le sensazioni di isolamento e controllo, riflettendo in modo potente sulla vita dei personaggi.
Cotugno adopera un linguaggio visivo e sonoro che accoglie influenze della cultura asiatica, da band cinesi a DJ indonesiani, per unire le sonorità orientali a una narrazione dal forte impatto emotivo. Ogni elemento scenico si fonde per raccontare una storia che ci sembra, purtroppo, già conosciuta. La tradizione teatrale si unisce alle nuove forme artistiche, in un tentativo di attrarre anche un pubblico più giovane, abituato a un mondo sempre più virtuale e digitale.
Il cast: talenti al servizio della narrazione
Il cast di “2084” include attori affermati e giovani talenti provenienti da esperienze diverse. Francesco Maria Cordella, attore di lungo corso, e Nadia Carlomagno, nota per le sue collaborazioni con grandi registi, danno vita a una famiglia intrappolata in una realtà in cui il dialogo e le emozioni sembrano ridursi a una comunicazione superficiale. Al loro fianco, i giovani Graziano Purgante, Sveva De Marinis, Arianna Cremona e Onorina Della Rocca portano freschezza e intensità ai loro ruoli, rappresentando le nuove generazioni che fanno i conti con un futuro precario.
La progettazione delle scene e dei costumi contribuisce ulteriormente a creare l’identità di questo mondo distopico. Assunta La Corte si occupa dell’ambientazione, rendendo l’appartamento della famiglia Donati un rifugio claustrofobico e minimalista che riflette le restrizioni imposte dal sistema. Ogni dettaglio, dai costumi curati da Irma Ciaramella alle luci ideate da Pasquale Mari, è pensato per enfatizzare l’assenza di libertà, rendendo palpabile l’angoscia dei personaggi.
Un’innovativa integrazione tra teatro e tecnologia
Un aspetto particolarmente interessante di “2084” è l’abbinamento a una collezione di NFT originale, ideata dal regista, un’idea che rappresenta un’innovazione nel panorama teatrale italiano. Per la prima volta, gli spettatori possono acquistare opere d’arte digitale legate a uno spettacolo, portando davanti a loro la sinergia tra arte teatrale e mondo digitale. Questa fusione rappresenta non solo la modernità, ma anche un modo per coinvolgere le nuove generazioni in una forma d’arte che si evolve e si adatta ai tempi.
In aggiunta, il 1° febbraio verrà presentato il volume “Nel modo più assoluto, no”, che raccoglie la trilogia di Cotugno sulla famiglia, con un’introduzione curata da Neil LaBute. Questo evento arricchisce ulteriormente l’esperienza di chi assiste allo spettacolo, offrendo una riflessione più profonda sui temi trattati.
Un appuntamento da non perdere al Teatro Sannazaro
“2084 – L’anno in cui bruciammo chrome” rappresenta un’importante occasione per riflettere sulle dinamiche contemporanee e sui rischi legati a una società sempre più dominata dalla tecnologia. Le repliche si terranno dal 31 gennaio al 2 febbraio, offrendo al pubblico l’opportunità di immergersi in un racconto che risuona con le inquietudini del nostro tempo. Lo spettacolo si configura come un viaggio avvincente, dove teatro e innovazione si uniscono per dare vita a un’opera ricca di significato e potenza visiva.