In un contesto europeo ancora segnato da divisioni e difficoltà strategiche, emerge la necessità di una nuova leadership capace di superare gli ostacoli e di guidare l’Unione verso un futuro di maggiore coesione e prosperità. Sergio Fabbrini, direttore del Dipartimento di Scienze Politiche della Luiss Guido Carli, mette in luce l’importanza di un cambiamento nel modo di concepire l’Europa, richiamando al Trattato di Roma del 1957 e alla necessità di ritrovare lo spirito fondativo dell’Unione.
L’Europa non può permettersi di commettere l’errore strategico di diventare un terzo polo tra Oriente e Occidente. È cruciale che l’Unione guardi oltre le semplici emergenze del momento e si proietti verso obiettivi a lungo termine. Durante la sua riflessione su “Democrazie divise tra Putin e Hamas”, Fabbrini pone l’accento sui punti di forza e di debolezza dell’Unione, evidenziando la necessità di un cambiamento di prospettiva e di azione.
Come un moderno illuminista, Sergio Fabbrini si pone l’obiettivo di illuminare i passi necessari per il completamento dell’Unione economica e monetaria. In un’ottica critica, Fabbrini si interroga sul blocco dell’unione bancaria derivante dalla crisi dei debiti sovrani e evidenzia il ruolo delle lobby nazionali nell’impedire progressi significativi. Al contempo, l’accordo sul Next Generation EU rappresenta, per Fabbrini, un vero e proprio miracolo, indicando la capacità dell’Europa di compiere passi avanti significativi anche in momenti di crisi.
Fabbrini sottolinea l’importanza di utilizzare i fondi europei non solo per il sostegno economico degli Stati membri, ma anche per la creazione di beni pubblici europei condivisi. Propone di destinare una parte dei fondi del Pnrr per la realizzazione di infrastrutture e tecnologie europee, al fine di favorire una maggiore integrazione e collaborazione tra gli Stati membri. In questo modo, l’Europa potrà consolidare la propria identità sovranazionale e affrontare le sfide future con maggiore unità e solidarietà.