Il generale Mario Mori è stato iscritto nel registro degli indagati per le stragi mafiose del 1993, un fatto che ha scosso l’opinione pubblica. Le accuse sono state rese note dallo stesso ufficiale dei Carabinieri, che è stato assolto nel processo trattativa stato-Mafia. Mori, celebrando il suo 85esimo compleanno, ha ricevuto un avviso di garanzia dalla Procura della Repubblica di Firenze, con l’accusa di essere coinvolto in reati come strage, associazione mafiosa e eversione dell’ordine democratico.
La difesa del generale Mori
Il generale Mori ha reagito alle accuse con fermezza, denunciando una persecuzione giudiziaria protrattasi per 22 anni, durante i quali è stato coinvolto in tre processi dai quali è sempre uscito assolto. Con stupore e indignazione, Mori ha constatato che nuovi teoremi accusatori continuano ad emergere nonostante le precedenti assoluzioni e la smentita da parte della Suprema Corte. Il generale si dice profondamente disgustato dalle nuove accuse e difende il suo operato, sottolineando il rispetto e la collaborazione instaurata con magistrati seri come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.
La reazione di Alfredo Mantovano
Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha espresso sconcerto per le accuse mosse nei confronti del generale Mori, con il quale ha collaborato per oltre 25 anni e di cui ha sempre apprezzato professionalità e competenza. Mantovano ha dichiarato di essere vicino a Mori di fronte alle contestazioni e ha evidenziato che, nonostante decenni di giudizi favorevoli, le accuse persistono. La vicenda continua a destare scalpore e a sollevare dubbi sulla correttezza delle indagini condotte nei confronti del generale Mori.