Un Intricato Intreccio tra Mafiosi e Colletti Bianchi

I Colletti Bianchi e il Legame con la Mafia

I “colletti bianchi” rappresentano l’anello di congiunzione tra i mafiosi e gli imprenditori, in quanto detentori delle conoscenze necessarie in campo giuridico e finanziario. Diverse inchieste hanno rivelato che essi reclutavano tra i propri clienti coloro disponibili a sfruttare agevolazioni fiscali discutibili. È emerso il coinvolgimento di professionisti legali come avvocati e notai, i quali svolgono un ruolo di primaria importanza in operazioni cruciali come la cessione e l’affitto di aziende, fondamentali nell’implementazione di sistemi di frode fiscale basati su fatture false. Senza la collaborazione dell’impresa, la mafia risulta limitata nelle proprie azioni.

Il Nuovo Modello di Estorsione: Imprese “a Partecipazione Mafiosa”

Il tradizionale modello di estorsione basato sul “pizzo” è stato superato da un approccio più complesso che ha dato vita a imprese “a partecipazione mafiosa” e joint-ventures tra imprese legali e mafiose. Si è passati dall’imprenditore estorto a quello colluso, il quale cerca favori e supporto dall’organizzazione mafiosa per ottenere vantaggi aggiuntivi oltre alla mera protezione, come il recupero forzato di crediti, la gestione di conflitti sindacali, la frode fiscale tramite operazioni inesistenti, il finanziamento aziendale da capitali illeciti e l’inserimento in una rete di controllo illecito di appalti. L’uso di metodi tradizionali della mafia si è dimostrato obsoleto e controproducente, con intimidazioni mirate principalmente all’eliminazione della concorrenza o al recupero di crediti.

Il Ruolo delle Cosche nelle Frodi Fiscali: Il Credito d’Imposta Fittizio

Le cosche hanno dimostrato la capacità di reclutare “fiduciari” e “teste di legno”, italiani e stranieri senza alcun reddito, per intestare loro aziende, conti bancari e carte di credito e prepagate. Questa rete di complici favorisce il reclutamento di professionisti collaborativi – come ingegneri, architetti e geometri – incaricati di attestare falsamente, attraverso cessioni di crediti d’imposta falsi derivanti da bonus edilizi e sismabonus, la validità tecnica dei progetti, la loro effettiva realizzazione e la correttezza delle spese sostenute. In alcuni casi, i proventi illeciti derivanti dalla vendita dei crediti d’imposta fasulli sono stati reinvestiti in attività criminali tradizionali come il narcotraffico, provocando un’infiltrazione criminale nell’economia reale che mina l’ordine e la sicurezza finanziaria.

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Redazione