Dopo un periodo di confronti e dibattiti, il Coni ha finalmente presentato la sua controproposta all’Authority. L’obiettivo principale è quello di adattare e potenziare gli strumenti già esistenti di Covisoc e Comtec, evitando di sostituirli con nuove entità. Inoltre, il ministro per lo sport continua a lavorare alla redazione di un nuovo decreto che, secondo le sue intenzioni, dovrebbe essere presentato entro lunedì al Coni e alle federazioni coinvolte, come la Figc e la Fip.
Giovanni Malagò, presidente del Coni, ha lanciato un’idea che definisce come “una proposta di buon senso”. La sua proposta si basa sull’idea di mantenere Covisoc e Comtec, ma modificando la selezione dei loro membri. Malagò suggerisce di integrare gli attuali strumenti con una lista di nomi provenienti da un albo indicato dalla Commissione di Garanzia. Questa commissione sarebbe incaricata anche di nominare le persone che faranno parte del Collegio di Garanzia presso il Coni. L’obiettivo è cercare di salvaguardare l’autonomia dello sport da influenze esterne, come quelle politiche.
Mentre il Dipartimento ritiene che inserire un proprio membro in un organo di controllo federale possa essere un’invasione, c’è chi continua a sostenere la necessità di un organo terzo che decida in modo indipendente. Le posizioni sembrano essere distanti e difficile da conciliare, con Abodi che sembra determinato a seguire la propria strada. Nel frattempo, la Fip e la Lba, in una nota congiunta, esprimono fiducia verso Abodi e aspettano con ansia la presentazione della nuova bozza di decreto. Giovanni Malagò ha anche evidenziato che la legge delega del 2019, definendo i contorni del lavoro sportivo, sembra non considerare gli atleti come veri professionisti, generando una problematica interpretativa.
Così si delinea un weekend intenso, in attesa di ulteriori sviluppi sulla bozza di decreto. Nel frattempo, la data del Consiglio dei Ministri è stata posticipata al 22 maggio e ancora non è chiaro se il tema dell’Authority sia già incluso all’ordine del giorno. Malagò pone l’attenzione su due urgenze da affrontare con il decreto in CdM: la gestione delle dinamiche elettorali per evitare ricorsi prolungati e le questioni legate al laboratorio antidoping, che richiedono un trasferimento sotto protocollo entro il 6 febbraio 2026.