L’apertura delle procedure europee per deficit eccessivo segna un momento cruciale per l’Italia e gli altri Stati membri dell’Unione Europea. La Commissione Ue darà il via a un iter che porterà, con il responso d’autunno, a un necessario passo forzato al rientro dei conti pubblici. Si sottolinea l’applicazione in pieno della governance economica, con l’introduzione del nuovo Patto ed una rivoluzione delle regole sul disavanzo eccessivo e sul controllo dei conti pubblici.
Secondo le ultime valutazioni di Eurostat, ben undici Paesi Ue presentano un deficit oltre la soglia massima del 3% del Pil, fissata dai trattati europei. L’Italia si trova tra le nazioni a maggior rischio, con un deficit che raggiunge il 7,4% del Pil a fine 2023. Si prevede che Bruxelles richiederà un significativo rallentamento del disavanzo, portandolo al 4,4% nel 2024 e al 4,7% nel 2025. Altri Stati come la Repubblica Ceca, l’Estonia e la Spagna registrano sforamenti più contenuti, con proiezioni di rientro entro cifre accettabili. La Commissione Ue terrà in considerazione anche le condizioni rilevanti, come incrementi della spesa pubblica per settori specifici.
Nel quadro della nuova governance economica europea, la correzione per un disavanzo eccessivo richiederà uno sforzo pari almeno allo 0,5% del bilancio strutturale per gli Stati che superano il limite del 3% del Pil. Le raccomandazioni sul deficit saranno emesse a novembre, nel pacchetto di autunno del semestre europeo, per garantire l’allineamento tra la correzione dei conti pubblici e la sostenibilità del debito nel medio periodo. Si preannunciano richieste di aggiustamento strutturale significative per paesi come l’Italia, con una necessità stimata di almeno 10 miliardi di euro all’anno.
Un confronto tra Stati membri e Commissione Ue porterà all’aggiornamento delle traiettorie di riferimento per la correzione dei conti, con piani di spesa pluriennali da presentare entro il 20 settembre. La gestione del disavanzo e l’adeguamento alla nuova governance economica richiederanno un impegno serrato da parte dell’Italia e degli altri Paesi Ue coinvolti. L’Ecofin sarà il contesto per discutere le modalità di strutturazione delle garanzie per gli aiuti all’Ucraina, nel segno di una cooperazione europea rafforzata e di una gestione responsabile delle finanze pubbliche.