Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini ha annunciato che la Lega ha quasi completato la stesura di un progetto di legge per reintrodurre una leva universale. Questa leva obbligatoria di 6 mesi sarebbe destinata a ragazzi e ragazze, offrendo loro l’opportunità di servire la comunità su base regionale. L’obiettivo è promuovere un’ampia formazione di educazione civica, consentendo alle persone di dedicarsi a attività come salvataggio, protezione civile, pronto soccorso e tutela ambientale, da svolgere vicino a casa. Salvini ha sottolineato l’importanza di evitare situazioni in cui i giovani dovevano allontanarsi da casa per il servizio di leva, promettendo che le attività si svolgeranno nelle vicinanze. L’appello è rivolto anche alle altre forze politiche affinché supportino questa proposta.
Contrarietà di Crosetto: le forze armate e la formazione dei giovani
Il ministro della Difesa Guido Crosetto si è espresso chiaramente contrario al ritorno del servizio di leva, sostenendo che le forze armate non dovrebbero essere considerate come luogo per educare i giovani. Secondo Crosetto, l’educazione dei giovani dovrebbe essere compito della famiglia e della scuola, mentre le forze armate devono formare professionisti che difendono istituzioni e preservano la pace. Il ministro della Difesa ha escluso che il servizio civile universale riguardi le forze armate, evidenziando la necessità di distinguere le finalità educative dal ruolo operativo delle forze armate.
Ipotesi dei riservisti: una prospettiva per il futuro della difesa
In un contesto più ampio e nell’ottica di un possibile scenario geopolitico futuro, il ministro della Difesa Crosetto valuta l’ipotesi di una leva volontaria per formare un contingente di professionisti disponibili per il Paese. Questi riservisti riceverebbero addestramenti periodici e potrebbero essere impiegati in situazioni specifiche, garantendo un supporto logistico e di cooperazione, specialmente in caso di calamità naturali. La proposta contempla il coinvolgimento di ex militari, forze di polizia e personale con competenze specifiche. Tuttavia, essi non sarebbero destinati al fronte, ma ad attività di supporto e coordinamento. Questa strategia potrebbe contribuire a colmare il divario di personale lamentato dalle Forze armate, che al momento contano 150.000 unità .
Confronto internazionale: l’esperienza di altri Paesi nella leva militare
In ambito internazionale, diversi Paesi adottano modelli diversi per la leva militare. In Germania, ad esempio, i riservisti vengono richiamati per addestramenti annuali e attualmente sono circa 15.000. In Francia, si conta su un contingente di 77.000 riservisti, con l’obiettivo di aumentarli a 100.000 entro il 2024. Paesi come Israele e Svizzera prevedono una leva obbligatoria, coinvolgendo rispettivamente circa 400.000 e 300.000 riservisti. La Svezia ha reintrodotto la leva militare nel 2017, estendendola sia agli uomini che alle donne a causa di crescenti preoccupazioni sulla sicurezza europea. Analogamente, la Norvegia ha introdotto la coscrizione militare per entrambi i sessi nel 2013, dopo anni di servizio volontario.