Nel cuore di Castel Volturno, un episodio di violenza verso un simbolo di comunità ha riacceso un dibattito sul tema della solidarietà e della resistenza all’odio. Il comune, già segnato dalla difficile storia della sua vita sociale e dalla presenza della camorra, ha visto nei giorni scorsi un attacco a uno degli elementi che rappresentano speranza e unità: l’albero di Natale posto in un luogo simbolico. Questa azione ha spinto le autorità locali a prendere posizione, ribadendo il loro impegno nel contrastare il clima di paura e rancore.
L’atto vile e il suo contesto
Un grave episodio si è verificato a Castel Volturno, dove due persone in moto, camuffate con caschi e volti coperti, hanno indirizzato la loro furia contro l’albero di Natale installato dal comune presso il chilometro 43 della statale Domiziana. Questa ubicazione è particolarmente significativa poiché si trova sul luogo della strage avvenuta il 18 settembre 2008, quando sei cittadini ghanesi furono uccisi dai sicari del clan dei casalesi guidati da Giuseppe Setola. Gli aggressori hanno lanciato una molotov contro l’albero, ma fortunatamente il danno è stato contenuto, provocando solo un parziale incendio alla base. Questo atto vile ha suscitato immediate reazioni di sdegno e indignazione da parte delle autorità locali e dei rappresentanti della comunità, accendendo il dibattito su quale sia la risposta adeguata a tali atti di violenza.
Il sindaco Pasquale Marrandino non ha esitato a condannare l’accaduto, definendolo un gesto meschino, frutto di un clima di odio e intolleranza che ancora aleggia su alcune zone del territorio. Le parole del sindaco fotografano un contesto complesso, dove la lotta alla criminalità organizzata si intreccia con la necessità di costruire una società basata sulla convivenza pacifica e sulla solidarietà.
Il messaggio di resistenza del sindaco e del vescovo
In risposta a questo episodio inquietante, il sindaco Marrandino, insieme al vescovo di Caserta e Capua, Pietro Lagnese, si è recato nuovamente sul luogo della strage, sancendo un momento di unione tra le istituzioni e la comunità. La visita aveva l’intento di lanciare un poderoso messaggio di resistenza all’odio e alla violenza. Durante l’incontro, il sindaco ha ribadito l’importanza di non lasciarsi sopraffare dalla paura e dall’intimidazione, sottolineando come eventi del genere non possano in alcun modo intaccare la determinazione della comunità di Castel Volturno di andare avanti e di lavorare insieme per costruire un futuro migliore.
Il vescovo Lagnese ha sposato questa causa, evidenziando l’importanza della dimensione umanitaria e della solidarietà, valori fondamentali per la costruzione di una società inclusiva. Questo incontro simbolico tra il sindaco e il vescovo rappresenta un significativo passo dal punto di vista spirituale e sociale, atto a rinsaldare legami già esistenti e promuovere una cultura di pace e rispetto reciproco.
Le reazioni della comunità e delle associazioni
L’episodio ha scatenato un’ampia mobilitazione da parte delle associazioni locali, pronte a rispondere con azioni concrete. Sergio Serraino, rappresentante di Emergency, ha commentato il fatto, evidenziando l’importanza dell’albero di Natale come simbolo di rinascita e unità. Questa iniziativa di allestire un albero nei pressi della stele commemorativa del 2008 non è solo un atto di memoria, ma anche un gesto di sfida contro ogni forma di violenza.
Serraino ha confermato che l’albero, resistito solo parzialmente all’attacco, verrà nuovamente addobbato e riportato nella sua versione originale, richiamando l’impegno della rete di associazioni che partecipano al progetto Castel Volturno Solidale. Questa rete comprende diversi attori sociali, come il Centro Fernandes, i Missionari Comboniani, il centro sociale ex Canapificio, il Movimento migranti e rifugiati di Caserta e la Caritas di Caserta. Queste organizzazioni si sono dichiarate pronte a sostenere le iniziative dell’amministrazione comunale, puntando a costruire non solo un’alternativa alla criminalità, ma anche una comunità in cui la multiculturalità e la solidarietà siano valori condivisi e quotidiani.
Questo atteggiamento proattivo, che trova nella società civile una forza motrice, è fondamentale per promuovere un cambiamento reale e duraturo. La capacità di reagire e resistere di fronte a simili atti di violenza rappresenta una vera e propria boccata d’ossigeno per una comunità che lotta per la propria dignità e il proprio futuro.