Reti e Terziario al Top con il 34,4% degli Iscritti
Il settore produttivo del terziario e delle reti si conferma come il più popolato all’interno della CGIL, rappresentando il 34,4% del totale degli iscritti, superando nettamente l’industria e le costruzioni . Questo processo di terziarizzazione, portato avanti dalla guida di Maurizio Landini, è in corso da anni e non sembra rallentare. Sebbene il tesseramento del 2023 abbia registrato un lieve calo, passando da 5.168.924 iscritti nel 2022 a 5.149.885, con una diminuzione di 19.039 , il settore pubblico impiega il 22,7% degli iscritti, mentre l’agroalimentare il 9,6%. Al momento dell’apertura del tesseramento 2024, gli iscritti sono stati 4.167.345.
Nel confronto tra il tesseramento del 2023 e quello del 2022, emerge la prevalenza degli attivi rispetto ai pensionati: il 52,1% contro il 47,9%. Gli attivi sono aumentati del 1,44%, passando a 2.682.805 iscritti, mentre i pensionati sono diminuiti del 2,37%, scendendo a 2.467.080. La distribuzione per aree geografiche mostra una prevalenza nel Nord Est , seguito dal Nord Ovest , il Centro , il Sud e le Isole .
Analizzando la composizione demografica delle adesioni, gli uomini risultano essere il 50,8% degli iscritti, rispetto al 49,2% delle donne. L’81,87% degli iscritti sono italiani, il 13,67% sono stranieri extracomunitari e il 4,46% provengono dall’Unione europea. Il numero dei lavoratori stranieri è aumentato del 17,74%, raggiungendo quota 486.392. Per fasce d’età, il segmento più consistente è quello compreso tra i 51 e i 65 anni, che rappresenta il 43,61% degli iscritti . Segue la fascia tra i 36 e i 50 anni, con il 35,43% , mentre fino a 35 anni si registra un aumento del 15,42% e oltre i 65 anni del 5,54% .
Il Segretario Landini, durante la presentazione dei dati del tesseramento, ha reso noto che è in corso la raccolta delle firme per quattro referendum sul lavoro. A due settimane dall’avvio, sono state superate le 200mila firme, con una tendenza crescente. È necessario raccoglierne almeno 500mila per procedere. I referendum riguardano principalmente il superamento del contratto a tutele crescenti introdotto dal Jobs act, il tetto massimo all’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato, la cancellazione delle norme sui contratti a termine e la responsabilità del committente sugli infortuni legati agli appalti.