Un documentario che racconta trent’anni di esperienza della compagnia teatrale f.pl. femminile plurale di Forcella, diretta da Marina Rippa, fornisce uno sguardo profondo sulla vita delle donne di questo quartiere difficile di Napoli. “Si dice di me”, il titolo del film diretto dalla regista Isabella Mari, sarà presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, offrendo un palcoscenico per le storie non raccontate di una comunità di donne che, attraverso il teatro, hanno trovato voce e identità.
La compagnia f.pl. femminile plurale e il suo impatto sociale
La compagnia teatrale f.pl. femminile plurale è diventata un simbolo di emancipazione e di resilienza per le donne di Forcella. Fondata da Marina Rippa, la compagnia ha operato per tre decenni all’interno di un contesto urbano complesso, dove le sfide quotidiane si mescolano a storie di lutto, speranza e ribellione. Il teatro non è solo un’arte, ma uno strumento di riscatto e di aggregazione sociale, capace di trasformare le vite delle partecipanti, attraverso laboratori e produzioni che permettono di esprimere le loro esperienze e sogni.
Le attività della compagnia spaziano dalla recitazione alla creazione di scenografie, dando vita a uno spazio in cui le donne possono esplorare, esprimere e superare le loro sfide personali. Le storie che emergono dai laboratori teatrali offrono uno spaccato della vita quotidiana a Forcella, contribuendo così a dare visibilità a problematiche sociali e culturali spesso ignorate. Questa esperienza collettiva non solo aiuta le partecipanti, ma reintroduce anche un senso di comunità all’interno del quartiere, dimostrando come l’arte possa fungere da potente strumento di cambiamento.
Il documentario: “Si dice di me” e la visione della regista Isabella Mari
“Si dice di me” è il risultato di un intenso lavoro di ricerca e raccolta di testimonianze, condotto dalla regista Isabella Mari. Attraverso interviste e momenti di vita quotidiana, Mari offre uno sguardo autentico sulla storia di Marina Rippa e delle donne della compagnia f.pl. femminile plurale. Il film non si limita a raccontare eventi, ma intreccia le vite individuali delle protagoniste con la narrazione collettiva, creando una trama ricca di sfumature e significati.
Nel documentario, Mari esplora le complessità delle esperienze personali, rivelando gli alti e bassi della vita delle donne di Forcella. Dalle esperienze di sofferenza e perdita a quelle di gioia e resilienza, ogni storia si combina per formare un mosaico di emozioni e lezioni di vita. La regista ha enfatizzato l’importanza del linguaggio cinematografico per rappresentare queste esperienze, ricercando l’equilibrio tra il racconto intimo e il contesto sociale e culturale in cui si sviluppano.
Grazie a una preparazione meticolosa e alla disponibilità delle protagoniste, “Si dice di me” si propone come un’opera che non solo documenta, ma celebra il potere del teatro e della narrazione personale come strumenti di emancipazione e riscatto.
La presentazione alla Festa del Cinema di Roma
La premiere di “Si dice di me” si svolgerà alla Festa del Cinema di Roma, un evento di grande prestigio che offrirà visibilità al lavoro della compagnia f.pl. femminile plurale e alla figura di Marina Rippa. La presenza di un gruppo di donne in un vagone dell’Alta Velocità direzione red carpet rappresenta simbolicamente un viaggio collettivo verso il riconoscimento e l’affermazione delle loro storie e delle loro voci.
Questo evento non solo segna un traguardo importante per il documentario, ma funge anche da piattaforma per sensibilizzare il pubblico sulle tematiche legate al teatro, alla cultura e al ruolo delle donne nella società. Attraverso la loro partecipazione attiva all’evento, le donne della compagnia testimoniano l’importanza dell’impegno collettivo e della creazione artistica come modelli di cambiamento sociale.
Con il supporto della produzione di Antonella Di Nocera e Claudia Canfora, il documentario “Si dice di me” aspira a raggiungere un pubblico più ampio, dimostrando che le storie di Forcella non sono solo locali, ma universali, toccando temi che riguardano la lotta, l’autodeterminazione e il potere della comunità.