Matteo Garrone riflette su “Io Capitano“, il film che ha trionfato ai Nastri d’Argento 2024 con premi in diverse categorie. Il regista affronta la complessa tematica della migrazione con un’onesta autocritica e la consapevolezza dell’importanza di narrare storie umane autentiche.
Il significato dietro il film
Garrone esprime la sua preoccupazione nel narrare una storia così delicata da un punto di vista privilegiato. Tuttavia, l’obiettivo principale rimane quello di umanizzare le statistiche desensibilizzanti della migrazione, portando il pubblico a comprendere l’umanità dietro i numeri e a empatizzare con le sfide e i diritti fondamentali delle persone in fuga.
L’equilibrio tra politica e umanitÃ
Nonostante la dimensione politica intrinseca alla narrazione, Garrone sottolinea che il fulcro dei suoi film è sempre l’essere umano e i suoi conflitti interiori. “Io Capitano” emerge come un’opera che celebra il coraggio di un eroe senza macchia, in lotta per il diritto alla vita e alla libertà di movimento in un contesto europeo sempre più chiuso e ostile.
Impatto e cambiamento personale
Il regista ammette che la realtà mostrata nel film è ammorbidita rispetto alla crudezza della vita reale dei migranti. Tuttavia, è la resilienza e la determinazione di queste persone a combattere per diritti fondamentali che ha profondamente colpito Garrone. Il suo viaggio nella realtà di “Io Capitano” ha segnato una svolta nella sua carriera artistica, permettendogli di immergersi in una cultura e una lingua nuove che hanno ampliato i confini della sua esperienza creativa.