Introduzione:
L’estate del 2024 a Hollywood è stata definita come l’estate degli ‘uomini roditori’. Questa espressione, non esattamente lusinghiera per chi vive in grandi città come New York invase dai ratti, è stata associata in modo indiscriminato sui social alle ultime star di Luca Guadagnino in Challengers, tra cui Josh O’Connor e Mike Faist, e successivamente ad altri attori come Rami Malek e Jeremy Allen White della celebre serie “The Bear”. La lista continua con nomi come il cantante dei 1975 Matty Healy e il batterista dei Blink-182, Travis Barker, sposato con Kourtney Kardashian. Questi ‘roditori’ con fattezze simili a topi hanno attirato l’attenzione, tanto che addirittura il New York Times ha avviato un dibattito tra i giornalisti sulla loro origine, le caratteristiche del trend e il perché sembrino così affascinanti alla gente.
Per cominciare, le caratteristiche fisiche dei ‘roditori’ sono piuttosto particolari. Si parla di un sorriso simile a quello di un topo, con denti non impeccabili, un volto triangolare anziché angelico come quello di Leonardo DiCaprio o scolpito come quello di Brad Pitt e Chris Hemsworth. Le orecchie devono essere grandi, gli occhi magnetici e leggermente vitrei, seguendo lo stile di Allen White. La personalità di questi individui è sfuggente ma allo stesso tempo carica di sex appeal, quasi come qualcuno che potrebbe dedicarti una poesia. Esistono diverse tipologie di ‘roditori’, con Josh O’Connor e Mike Faist spesso paragonati a Stuart Little, il personaggio animato tratto dal romanzo di E.B. White. Secondo Serena Smith, autrice di un articolo su Dazed, i ‘roditori’ si caratterizzano per essere più snelli che muscolosi e possedere lineamenti appuntiti, lontani dagli standard di bellezza convenzionali. Ciò che è indiscutibile è che il “rodent man” sta conquistando il cuore della Generazione Z, offrendo un’immagine non stereotipicamente mascolina che rende le donne più sicure di sé. In un’epoca di perfezione falsa data dall’intelligenza artificiale e dai filtri dei social media, l’imperfezione umana è diventata desiderabile, mettendo in evidenza la vulnerabilità di un volto asimmetrico, secondo gli esperti del New York Times.
Nonostante siano sorte polemiche riguardo al fatto che i ‘roditori’ siano principalmente bianchi e che le donne non godano dello stesso lusso di essere considerate belle con le stesse imperfezioni, sembra esserci un consenso su alcuni nomi che hanno anticipato questa tendenza. Adam Driver, emerso sul grande schermo circa un decennio fa con le sue fattezze ‘topine’, potrebbe aver aperto la strada a attori come Dustin Hoffman, il cui personaggio in “Uomo da Marciapiede”, Enrico “Sozzo” Rizzo, era soprannominato “Ratso” nella versione originale del film.