Il Premio Nobel per l’Economia Edmund Phelps sottolinea come la chiave per far crescere l’economia e la produttività non sia l’intelligenza artificiale, ma piuttosto la creatività umana, fondamentale per l’innovazione diffusa e la soddisfazione personale. Questa visione è emersa nel contesto del Festival dell’economia di Trento, dove economisti americani e italiani hanno tributato omaggio a Phelps per il suo contributo alla macroeconomia moderna.
Phelps ha evidenziato la necessità di una diffusa innovazione portata avanti dalle persone comuni, capaci di sviluppare idee che migliorino il proprio lavoro e aumentino la soddisfazione individuale. Questo approccio, supportato da stipendi più alti per lavori gratificanti, catene gerarchiche scalabili e spazio per la creatività, favorisce una crescita economica e sociale significativa. Modelli come quelli sperimentati in Italia nel Dopoguerra e successivamente con aziende come Olivetti o nei distretti industriali, evidenziano come l’innovazione diffusa possa avere un impatto positivo sull’economia.
Nonostante il premio Nobel e il riconoscimento internazionale, Phelps ha continuato a sviluppare la sua teoria dell’innovazione e del dinamismo, andando oltre le teorie economiche tradizionali. L’approccio di Phelps si basa sull’individualismo, sulla ricerca di soddisfazioni nella vita lavorativa e sull’auto-determinazione, contrapponendosi alle visioni più classiche come quelle keynesiane. La sua determinazione e il suo coraggio nel perseguire la via dell’innovazione lo rendono un punto di riferimento nel panorama economico internazionale.