Le autorità indiane hanno recentemente dato il via libera a un’azione penale contro la rinomata scrittrice indiana Arundhati Roy per i commenti da lei espressi sul Kashmir durante un evento risalente al 2010. L’autrice del celebre romanzo “Il dio delle piccole cose”, insignito del premio Booker nel 1997, si trova ora al centro di una controversia legale guidata da un alto funzionario dell’amministrazione di Delhi, VK Saxena, che ha deciso di intraprendere azioni legali nei suoi confronti e nei confronti di un ex professore universitario, Sheikh Showkat Hussein.
La decisione di VK Saxena e le accuse contro Roy e Hussein
Secondo quanto riportato dalla Press Trust of India, VK Saxena, vicegovernatore della città e politico del BJP al potere di Narendra Modi, ha autorizzato l’azione legale contro Arundhati Roy e Sheikh Showkat Hussein in base alla legislazione antiterrorismo. Le accuse si concentrano su discorsi ritenuti “provocatori” tenuti durante un evento passato. È importante sottolineare che Arundhati Roy, nonostante sia una delle autrici più famose dell’India, è diventata una figura polarizzante nel suo Paese a causa del suo attivismo e delle sue critiche esplicite al governo di Modi, inclusa la sua posizione sulle leggi sulle minoranze. Quest’ultimo sviluppo legale si aggiunge a precedenti controversie, iniziando quando una denuncia penale fu presentata contro Roy e altri per i suoi commenti riguardanti il Kashmir, considerato territorio non “integrante” dell’India. L’autrice si era espressa a favore della secessione del Kashmir dall’India, scatenando polemiche che avevano portato anche a manifestazioni di protesta davanti alla sua residenza a Delhi.