Questa meravigliosa icona è un tesoro nascosto di Napoli. E tutta da (ri)scoprire, come ogni tesoro napoletano.
Napoli è una miniera di tesori naturalistici, storici e architettonici, e ognuno di essi rappresenta un simbolo per la città, e soprattutto per la popolazione locale.
Ogni simbolo appartiene a un preciso periodo storico-culturale e basta visitarne uno per fare un viaggio nel tempo nell’antica Napoli.
Uno di questi simboli è il Campanile della Pietrasanta, uno dei monumenti più affascinanti di Napoli. È noto per la sua antichità e per l’importante valore storico, e si trova in piazzetta Pietrasanta, sulla celebre via dei Tribunali.
La sua posizione e la sua costruzione lo rendono un simbolo, appunto, di Napoli, non solo per la bellezza architettonica, ma anche e soprattutto per il legame che ha con le tradizioni e le leggende locali.
Il Campanile della Pietrasanta
La sua storia è molto antica; infatti, la ricostruzione del Campanile della Pietrasanta risale a un periodo compreso tra il X e l’XI secolo, e proprio per questo è considerato uno dei più antichi d’Italia. È stato costruito con mattoni in laterizio e, al suo primo livello, presenta degli inserti lapidei di epoca romana, che provenivano probabilmente dal tempio dedicato alla dea Diana, una divinità latina. Riciclare il materiale ai tempi dei romani era una prassi consolidata.
Le finestre bifore ad archi circolari sono divise da colonnine di marmo, conferendo alla struttura un’eleganza unica. Possiamo dire che è un ottimo mix di tecniche ingegneristiche medievali e materiali ben più antichi riutilizzati per la costruzione del campanile, creando una sorta di fusione tra stili. La sua funzione originaria era quella di servire come campanile per la chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta, che sorgeva su un antico tempio dedicato alla dea Diana.
Tra cultura e leggende
La chiesa di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta si trova accanto al campanile ed ha una storia altrettanto affascinante. Venne inizialmente fondata come basilica paleocristiana nel V secolo e successivamente riedificata in stile barocco tra il 1653 e il 1678, su progetto dell’architetto Cosimo Fanzago. Inoltre, la sua “dedica” alla Vergine Maria è legata a una delle leggende più suggestive di Napoli.
Si dice che il vescovo Pomponio, spinto dalla paura che un diavolo potesse manifestarsi sotto forma di maiale e spaventare i passanti, ricevette un’apparizione dalla Vergine Maria che gli ordinò di costruire la chiesa sul vecchio tempio di Diana per scacciare il male. Inoltre, si narra che la chiesa fosse chiamata “della Pietrasanta” perché custodiva al suo interno una pietra sacra che concedeva indulgianza a chi la baciava. Per secoli, i vescovi della città praticarono riti annuali per scongiurare il male, come sacrificare una scrofa.