Un evento unico si svolgerà oggi e domani al Campania Teatro Festival di Napoli, al Palazzo Reale, dove l’attrice italo-svedese Euridice Axen interpreterà per 24 ore consecutive «The Second Woman». Questo spettacolo non è solo una rappresentazione teatrale, ma un vero e proprio test di resilienza per l’interprete, che avrà a disposizione solo brevi pause per riposarsi nel corso di una performance in cui si alterneranno ben cento attori, molti dei quali non professionisti. Scopriamo insieme le sfide e il fascino di questa maratona teatrale, destinata a lasciare il pubblico senza parole.
La struttura innovativa di «The Second Woman»
L’idea alla base di «The Second Woman» è tanto originale quanto ambiziosa. Lo spettacolo ruota attorno alla figura di Virginia, interpretata da Euridice Axen, la quale si relaziona a cento diverse incarnazioni di Marty. Ognuna di queste interazioni, pur essendo prevista sulla base di un canovaccio, risulta essere in gran parte improvvisata, permettendo così un’esperienza unica non solo per l’attrice, ma anche per gli spettatori. Ogni scena dura 10 minuti e viene interpretata da attori che, nella maggioranza dei casi, non hanno una formazione professionale. Questo approccio ha un duplice scopo: da un lato, offre l’opportunità di coinvolgere il pubblico in maniera attiva, dall’altro, mette alla prova le doti di improvvisazione sia dell’attrice protagonista che degli attori di supporto.
La performance si ispira a «Opening Night», film del 1977 diretto da John Cassavetes, esplorando tematiche relative ai comportamenti di genere e alle dinamiche di potere. Ogni interazione con un nuovo Marty si trasforma in un momento rivelatorio, dove la tensione emotiva è palpabile e ogni dialogo ha il potere di svelare fragilità e vulnerabilità umana.
L’ospite speciale della notte: la fatica dell’attrice
Euridice Axen ha dichiarato di non avere intenzione di chiudere occhio per tutta la durata dello spettacolo. Le sue sole pause di 20 minuti ogni due ore rappresentano non solo una sfida fisica, ma anche un’opportunità per amplificare il coinvolgimento in ciascuna scena e affinare le sue capacità di ascolto e reazione. Ricordando la performance iconica di Marina Abramović, «The Artist Is Present», l’attrice sottolinea l’importanza di aprirsi all’altro, cogliendo anche le più piccole sfumature emozionali e comportamentali. È un sacerdozio dell’immediatezza e della presenza scenica che si manifesta in ogni interazione.
Coinvolgimento del pubblico e provocazione artistica
L’originalità di «The Second Woman» non si ferma alla performance dell’attrice, ma si estende anche al pubblico, che può assistere a uno o più set di due ore. In base all’interesse e alla curiosità, gli spettatori hanno la libertà di restare quanto vogliono, oppure di andarsene in anticipo. Le fasce orarie per assistere a questo evento hanno già registrato il tutto esaurito, tranne per quelle notturne, dalle 2 alle 6 del mattino di domenica, dove sono ancora disponibili alcuni biglietti. Questa particolare configurazione stimola una curiosità sotto diverse forme, esponendo il pubblico a situazioni imprevedibili, creando così un’atmosfera di attesa e sorpresa.
«Generalmente, il pubblico assiste a quanto di più intimo e fragile ci sia in scena, mentre è chiamato a confrontarsi con le proprie emozioni», afferma Axen. La mescolanza di ansia, frustrazione, gioia e intimità rende ogni incontro in scena unico e irripetibile, un viaggio collettivo attraverso i sentimenti umani.
Con questa proposta teatrale audace, il Campania Teatro Festival si segnala come un palcoscenico capace di spingere i confini della rappresentazione artistica, facendo vivere al pubblico e agli interpreti una realtà vivida, fluida e sempre sorprendente. Parafrasando la parola chiave del titolo, siamo qui per esplorare che cosa significa davvero essere «la seconda donna» in un contesto di incontri che sfidano le convenzioni.