La contestazione dell’azienda olandese
Un’azienda olandese, Ballinno, ha deciso di intraprendere un’azione legale contro la Uefa, chiedendo un’ingiunzione sul presunto plagio del proprio sistema di valutazione del fuorigioco. La vicenda si colloca in un contesto incerto, in cui persino l’adozione del VAR durante Euro 2024 in Germania potrebbe essere messa in discussione. L’udienza fissata a breve distanza dall’inizio del torneo continentale getta ombre sulle potenziali conseguenze che un’accusa del genere potrebbe comportare.
Le origini della controversia tecnologica
Tutto ha avuto inizio un anno fa, quando Ballinno ha avviato le pratiche per dimostrare che, ben tredici anni prima, le era stata riconosciuta una patente per un metodo innovativo di individuazione del fuorigioco. L’esposto presentato contro la Uefa solo di recente ha sollevato sospetti sulle tempistiche studiate ad hoc per mettere in difficoltà l’organizzazione di un evento sportivo di primaria importanza come Euro 2024.
La risposta dell’Uefa e le differenze tecnologiche
Un portavoce dell’organizzazione ha manifestato una certa noncuranza di fronte all’accusa di plagio, evidenziando le differenze sostanziali tra la tecnologia di Ballinno e quella attualmente adottata. In particolare, mentre il brevetto olandese prevede l’utilizzo di un chip inserito nel pallone per rilevare automaticamente le posizioni di fuorigioco, il VAR si basa sulla tracciatura delle linee da parte degli addetti all’arbitraggio. Resta quindi da vedere come si evolverà la situazione e se le polemiche pre-torneo influenzeranno le decisioni dell’ambito giudiziario.