Valentina Petrillo, prima atleta transgender a gareggiare alle Paralimpiadi, ha recentemente rilasciato un’intervista al Times, dove ha affrontato le critiche ricevute da JK Rowling riguardo alla sua partecipazione ai Giochi di Parigi. La velocista azzurra ha condiviso la sua storia personale, le sfide che ha affrontato nel corso della vita e il suo impegno come atleta, sottolineando l’importanza di una rappresentanza equa per le persone transgender nel mondo dello sport.
La vita e la transizione di Valentina Petrillo
Dalla Napoli degli inizi alle scelte di vita
Valentina Petrillo, di origini napoletane e attualmente 51enne, ha vissuto un’infanzia segnata da difficoltà e sfide personali. Cresciuta in un quartiere difficile, ha fin da giovane avvertito un conflitto tra la sua identità di genere e le aspettative sociali. Durante l’intervista, ha raccontato di come già da bambino, quando il suo nome era Fabrizio, avesse il desiderio di esprimere la propria femminilità. “Sapevo che qualcosa non andava”, ha affermato riferendosi a un episodio significativo che ha segnato l’inizio della sua consapevolezza di sé, ovvero il giorno della sua prima comunione.
Il percorso verso la transizione non è stato facile. A nove anni, Valentina cominciò a indossare di nascosto i vestiti della madre, un comportamento che rifletteva il suo desiderio di appartenenza al genere femminile. Nonostante i suoi sogni, la vita portò con sé la diagnosi della malattia di Stargardt, una rara condizione oculare che le ha reso la vista sempre più difficile. In seguito, il matrimonio e la nascita di Lorenzo, il suo primo figlio, hanno comportato ulteriori conflitti interni, poiché ha dovuto reprimere la sua vera identità per cercare di adattarsi a una vita predefinita.
Il supporto del partner e la scoperta della disforia di genere
Solo dopo aver condiviso le sue difficoltà con la moglie e aver intrapreso un percorso di terapia, Valentina ha trovato la forza per accettare la propria identità. Ferrandosi con un professionista, è stata diagnosticata con disforia di genere, un riconoscimento che ha segnato un’inversione di rotta nella sua vita. “È stato molto doloroso”, ha raccontato. La sua decisione di affrontare la transizione e iniziare una terapia ormonale nel gennaio 2019 ha comportato un importante cambiamento fisico, ma anche emotivo.
Anche se ha guadagnato qualche chilo, ha parallelamente sperimentato un cambiamento nei suoi risultati sportivi, aumentando la sua velocità nei 400 e 200 metri. La frase “Meglio una donna lenta e felice, piuttosto che un uomo veloce e infelice” è diventata il suo motto, rappresentando un chiaro messaggio sulla priorità della felicità e dell’identità personale rispetto alla competitività sportiva.
L’impegno di Valentina nel mondo dello sport
La carriera agonistica e le polemiche
Nonostante i tanti progressi e le conquiste personali, Valentina ha affrontato una serie di sfide all’interno del mondo dello sport. Nel settembre 2020, ha partecipato alla sua prima gara tra le donne, un’esperienza che ha suscitato polemiche e contestazioni da parte di altre atlete. In diversi casi, è stata esclusa dagli spogliatoi e ha ricevuto commenti negativi sul suo conto, evidenziando un contesto di ostilità nei suoi confronti. La sua partecipazione alle competizioni ha richiamato un’attenzione mediatica, ma anche un clima di aggressività che ha reso difficile il suo cammino sportivo.
Petrillo ha enfatizzato come la legislazione vigente permetta la partecipazione degli atleti transgender, citando il cambiamento avvenuto nel 2015 quando il Comitato Olimpico Internazionale ha aperto le porte agli atleti transgender. “Dal 2015, quando il CIO ha aperto le Olimpiadi alle persone transgender, c’è stata solo una persona che ha gareggiato ai Giochi, mentre alle Paralimpiadi sono io l’unica”. Questo commento mette in luce quanto sia infondato il timore di una presunta minaccia al settore sportivo femminile.
La risposta alle critiche di JK Rowling
L’intervista ha preso una piega con la risposta a JK Rowling, che ha espresso pubblicamente le sue riserve verso la partecipazione di Valentina alle competizioni. L’autrice della saga di Harry Potter ha definito Petrillo un “imbroglione dichiarato”, scatenando un dibattito acceso. Tuttavia, la velocista ha affermato con fermezza che l’essere donna e atleta sono parte integrante della sua identità. Afferma che la sua presenza nello sport non solo è legittima, ma rappresenta un passo avanti per la visibilità e i diritti delle persone transgender in tutto il mondo.
La dichiarazione di Petrillo si chiude con un messaggio di speranza. “Spero che questo possa essere l’inizio di una trasformazione per le persone transgender”, esprimendo il desiderio che ci sia un maggior rispetto e una comprensione più profonda rispetto alle questioni di genere nell’ambito sportivo.
Nella attuale situazione, gli organi di governo e le federazioni sportive sono chiamati a prendere una posizione chiara, affinché il dialogo sulle identità di genere possa proseguire in modo costruttivo, evitando di alimentare ulteriori stati di conflitto e risentimento nel mondo sportivo.