In occasione del trentacinquesimo anniversario della morte di Jerry Essan Masslo, molti si sono riuniti a Villa Literno per onorare la memoria del bracciante ucciso la sera del 24 agosto 1989. L’evento, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio e supportato da diverse associazioni che si battono per la tutela dei diritti dei migranti in Campania, ha attirato l’attenzione su una realtà drammatica: la continua perdita di vite nel settore agricolo, facendo eco a casi recenti di braccianti immigrati morti sul lavoro.
La cerimonia ha avuto un forte significato simbolico, specialmente quest’anno, in seguito alla tragica scomparsa di Satnam Singh, un bracciante indiano il cui corpo è stato trovato in condizioni drammatiche. Lasciato abbandonato dal datore di lavoro nei pressi della sua abitazione, la sua morte ha sollevato interrogativi inquietanti sulle condizioni di lavoro nel settore agricolo. Durante l’evento, i partecipanti hanno onorato non solo Masslo, ma anche altri braccianti recenti come Dalvin Singh e Rajwinder Sidhu Singh, entrambi vittime di incidenti legati al lavoro e condizioni estreme.
Le statistiche relative alla sicurezza sul lavoro nel settore agricolo evidenziano un problema di portata allarmante. Questo ambiente di lavoro si distingue per il numero crescente di incidenti mortali, rendendolo uno dei più pericolosi del Paese. Durante la commemorazione, anche i nomi di italiani come Pierpaolo Bodini e Francesco Pio Mazzucco sono stati ricordati, vittime giovanissime di una precarietà che colpisce tutti, senza distinzione di nazionalità. Le testimonianze dei partecipanti hanno messo in luce non solo la triste realtà di queste morti, ma anche la violenza sistematica che molti migranti subiscono nelle campagne italiane.
La cerimonia ha rappresentato anche un momento di riflessione sulle leggi attuali riguardanti la cittadinanza. I rappresentanti delle associazioni presenti hanno espresso il loro sostegno a una rapida riforma della legge sulla cittadinanza per minori, invocando l’adozione della proposta di “ius scholae”. Questo punto cruciale ha sottolineato la necessità di garantire diritti a chi cresce e si forma in Italia, contribuendo alla società nel suo complesso.
Parallelamente, è emersa la necessità di semplificare i processi per gli adulti migranti che desiderano ottenere la cittadinanza italiana dopo aver condotto una vita onesta e produttiva nel Paese. Questo aspetto ha avuto un forte risonanza tra i partecipanti, molti dei quali provenivano da esperienze dirette di migrazione e integrazione.
La cerimonia si è conclusa con una veglia di preghiera che ha visto i partecipanti riunirsi attorno alla tomba di Jerry Masslo. La figura di Masslo non rappresenta solo il doloroso ricordo di una vita spezzata, ma è diventata un simbolo per la lotta a favore della dignità di tutti i migranti. Durante questa commemorazione, la benedizione delle tombe, inclusa quella dei migranti anonimi, ha riunito le comunità in un momento di riflessione e solidarietà.
Un elemento di particolare significato è stata la presenza di numerosi giovani provenienti da diverse regioni italiane, segno di un’attenzione collettiva e di una volontà di continuare a lottare per i diritti dei migranti. Questo coinvolgimento generazionale rappresenta un’importante continuità nella battaglia per giustizia sociale ed è indicativo di un impegno sempre più forte nella società civile italiana.
La commemorazione di Jerry Masslo a Villa Literno non è stata solo un tributo a un uomo, ma una chiamata all’azione per affrontare le ingiustizie che continuano a persistere nel mondo del lavoro, specialmente nel settore agricolo italiano.