Il processo riguardante la gestione delle spese legate alle smart card per il vaccino anti-Covid ha visto il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, condannato dalla Corte dei Conti. L’ente ha accolto in parte la richiesta della Procura, che ha evidenziato una condotta dolosa da parte di De Luca nella gestione di risorse pubbliche. Al contrario, gli altri coimputati sono stati prosciolti, mentre il governatore dovrà risarcire oltre 600mila euro a Palazzo Santa Lucia.
La condanna e il risarcimento
La sentenza della Corte dei Conti si è focalizzata sulla condotta del governatore, considerata intenzionale e quindi gravemente dannosa per l’erario. L’ammontare della condanna per De Luca è stato fissato in 609mila euro. Questa cifra riguarda spese non giustificate legate alle smart card, strumenti pensati per attestare l’avvenuta vaccinazione nella fase post-vaccinazione anti-Covid. I coimputati Italo Giulivo, Massimo Bisogno, Ugo Trama, Antonio Postiglione e Roberta Santaniello non sono stati ritenuti responsabili e le loro posizioni sono state archiviate. La Corte, presieduta dal giudice Paolo Noviello, ha evidenziato come le manovre finanziarie del governatore non rispondessero ai più basilari principi di legalità e trasparenza.
Il contesto della questione smart card
Le famose smart card, che avrebbero dovuto servire a certificare l’avvenuta vaccinazione, sono state al centro di un’inchiesta avviata su segnalazione di un avvocato no vax, Roberto Ionta. La critica mossa alle autorità regionali riguardava l’inadeguatezza delle spese sostenute, che ammontavano a oltre 3 milioni di euro, per la creazione e distribuzione di queste carte. La Corte ha sottolineato come la decisione di attuare un sistema locale di certificazione fosse sembrata inopportuna, dato che la gestione della crisi pandemica doveva avvenire a livello nazionale. In sostanza, l’ente ha definito l’operato di De Luca come legato a un’iniziativa non autorizzata e in contrasto con le linee guida stabilite da Roma, ritenendo che Palazzo Santa Lucia non avesse i pieni poteri in quel frangente.
Critiche al ruolo gestionale della Regione
La Corte dei Conti non ha esitato a mettere in rilievo la mancanza di coordinamento tra la Regione Campania e il governo centrale. In particolare, si faceva riferimento alla norma che richiedeva alle autonomie locali di operare nel contesto delle normative nazionali già esistenti. Questo aspetto è stato cruciale per comprendere le ragioni della condanna inflitta a De Luca. Gli inquirenti hanno chiesto spiegazioni specifiche riguardo al 25% delle spese legate alle smart card, per cui le somme erano diventate oggetto di contestazione. I magistrati contabili si sono soffermati su un contratto siglato dalla Società Regionale per la Sanità con un’azienda privata il 3 maggio 2021, dopo l’introduzione del Green pass avvenuta il 22 aprile 2021. Questo ha portato a interrogarsi sulla necessità di ulteriori spese quando la stessa iniziativa avrebbe potuto essere interrotta without any financial repercussions на таковий момент.
Il futuro del governatore e possibili sviluppi legali
Dopo questa sentenza, Vincenzo De Luca ha la possibilità di presentare appello contro la decisione della Corte dei Conti. La vicenda, già complessa, potrebbe subire ulteriori sviluppi, man mano che il governatore cerca di dimostrare la legittimità delle sue azioni. La reazione della politica campana è attesa con interesse, poiché il governatore ha già espresso la sua intenzione di difendersi con determinazione. Con le elezioni future all’orizzonte, questa situazione potrebbe influire sul suo consenso e sulla fiducia dei cittadini nei confronti della giunta regionale. Sono attesi tavoli di discussione tra i membri dell’amministrazione per valutare le prossime strategie legali e politiche in una fase così delicata per la Campania.