La recente approvazione in Commissione regionale della legge sul vincolo d’ineleggibilità segna un’importante svolta nel panorama politico campano. Con un voto a favore della maggioranza e un’assenza significativa tra i Democratici, Vincenzo De Luca guadagna terreno nella corsa per un possibile terzo mandato come presidente della giunta regionale. Questo sviluppo avviene in un contesto di forte dibattito interno nel Partito Democratico e apre interrogativi sulla strategia del centrosinistra per le prossime elezioni regionali.
Il nodo centrale della questione è rappresentato dalla legge sull’ineleggibilità, che affronta il vincolo del doppio mandato stabilito a livello nazionale. Sebbene la norma a livello nazionale stabilisca un limite, i legislatori campani hanno deciso di posticiparne l’applicazione, consentendo così a Vincenzo De Luca di presentarsi nuovamente come candidato alla presidenza della Campania. Questo passaggio ha sollevato un acceso dibattito, non solo tra i membri del partito, ma anche in tutta la regione, poiché la decisione di approvare la legge è vista come una strategia per consolidare il potere di De Luca.
Il contraccolpo è arrivato dalla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, la quale ha espresso una chiara opposizione al terzo mandato per De Luca, esprimendo timori riguardo alla coesione interna del partito. Durante una recente videochiamata, Schlein ha invitato i consiglieri a rinviare il voto, evidenziando la necessità di mantenere una linea comune. Tuttavia, i consiglieri regionali del Pd hanno giustificato la loro decisione di proseguire, sostenendo che l’approvazione della legge sia da considerarsi un mero atto tecnico. La formula usata dal gruppo per difendere la loro posizione è stata che il recepimento della norma è “una doverosa attuazione della legge nazionale”, in linea con altre regioni italiane.
Il dibattito politico è arricchito da posizioni contrastanti all’interno del Nazareno, dove vige la convinzione che il “terzo mandato non esista”. Tuttavia, l’analisi della situazione attuale ha portato i rappresentanti del partito a valutare con cautela le prossime scelte, considerando l’importanza di mantenere l’unità nella coalizione. In vista delle prossime elezioni regionali in altre regioni, come Umbria ed Emilia-Romagna, il Pd si trova di fronte a un bivio politico che richiede attenzione e strategia.
La necessità di una sintonia politica tra le varie anime del partito è dunque divenuta cruciale. I consiglieri hanno dichiarato che l’orientamento prevalente era di mantenere il voto per la seduta del 5 novembre, segnando un tentativo di consolidare la coesione del gruppo. Le difficoltà emerse evidenziano quanto sia delicata la situazione in vista della scelta del candidato per il centro-sinistra alle prossime elezioni regionali, che dovrà tener conto di una serie di fattori interni ed esterni.
Con l’ombra di un possibile terzo mandato di De Luca, il centrosinistra campano si trova a dover riflettere su candidature alternative. Tra i nomi che circolano vi è quello del sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, che, sebbene esprima la sua convinta smentita rispetto a potenziali ambizioni, è considerato da molti come una figura di spicco. Accanto a lui emerge anche l’ex presidente della Camera Roberto Fico, del Movimento 5 Stelle, che si aggiunge alla lista dei nomi ambigui da prendere in considerazione.
Da parte del Partito Democratico c’è una chiara volontà di non precipitarsi nella scelta, anche perché si prevede che le elezioni regionali si terranno nel 2026. Questa tempistica offre un’opportunità per riflettere e definire una linea comune che possa unire il gruppo e attrarre un consenso più ampio. Tuttavia, il tempo per prendere decisioni strategiche non è illimitato, e la necessità di riconciliare divergenze interne potrebbe rivelarsi una sfida cruciale nei mesi a venire.