Nel corso di un’intervista rilasciata a Radio Goal, trasmessa su Kiss Kiss Napoli, Vittorio Sgarbi ha offerto una valutazione approfondita del lavoro del designer Gaetano Pesce, evidenziando l’importanza della sua opera “Tu si na cosa grande” in relazione alla figura di Pulcinella. Sgarbi ha delineato un contesto culturale e artistico che sottolinea la transizione da concezioni più tradizionali a interpretazioni contemporanee che sfidano le norme.
Gaetano Pesce è riconosciuto come uno dei più influenti designer contemporanei, il cui lavoro rimarca una chiara rottura con le convenzioni del design tradizionale. Secondo Sgarbi, Pesce si configura come un “designer eretico”, capace di trasformare la percezione comune di arte e design. L’opera “Tu si na cosa grande” rappresenta un passaggio significativo da progetti precedenti come “Venere degli Stracci” e introduce un dialogo innovativo con la tradizione napoletana, in particolare la figura di Pulcinella.
Questa ultima creazione non si limita a rappresentare simbolicamente la figura tradizionale, ma aspira a comunicare un messaggio più profondo. Il fatto che l’opera inciti discussioni e dibattiti è, secondo Sgarbi, una dimostrazione del suo successo artistico. Il designer invita a interpretare l’opera come un esperimento di ironia e ludicità, utilizzando riferimenti all’erotismo e alla sensualità per accrescere l’interesse del pubblico, trasmettendo un concetto di vitalità e creatività.
Pesce ha il merito di avvicinare il pubblico a una forma d’arte che, pur essendo provocatoria, non è intesa come mero atto di sfida, ma piuttosto come un’intensa riflessione sulle molteplici sfaccettature della figura di Pulcinella. Questa figura, etichettata da Sgarbi come un’icona culturale e popolare, viene reinterpretata da Pesce, il quale riesce a trarre spunto dalla sua “forza di trazione erotica”, sottolineando una dimensione che spesso rimane nell’ombra nelle rappresentazioni tradizionali.
Pulcinella non è solo un personaggio teatrale, ma un simbolo intriso di significati culturali e sociali. Sgarbi sottolinea che l’opera di Pesce non si limita a rappresentare un’iconografia tradizionale, ma esplora anche tematiche moderne come la libertà, l’erotismo e l’intimità. In questo modo, Pulcinella diventa una lente attraverso cui osservare le trasformazioni della società contemporanea, tessendo una rete di relazioni tra passato e presente, tra cultura alta e cultura popolare.
“Tu si na cosa grande” non è una mera replica o una celebrazione nostalgica, ma una reinterpretazione che invita la comunità a riflettere su ciò che significa essere partenopei oggi. Secondo Sgarbi, l’opera avrebbe il potere di risvegliare l’interesse per Napoli, portando alla ribalta non solo la sua bellezza artistica, ma anche la sua capacità di reazione e adattamento alle sfide culturali moderne.
In questo contesto, la promozione della città assume una nuova forma: non più una comunicazione che si limita a ricevere turisti, ma un’invito a scoprire la ricchezza emotiva e culturale che Napoli ha da offrire. Sgarbi anima il discorso con una nota di ironia, sottolineando come la passione che caratterizza la città risuoni attraverso l’opera di Pesce, trasformando l’esperienza artistica in un incontro vibrante e significativo.
Non manca, all’interno dell’intervista, un riferimento a figure sportive significative come Antonio Conte. Sgarbi gioca con le parole, ironizzando sul confronto tra il noto allenatore e la figura di Giuseppe, suggerendo che la grandezza del talento sportivo sia paragonabile a quella espressa attraverso l’arte, in una metafora che mette in risalto l’importanza sia della sportività che dell’arte nel panorama culturale italiano.
Il modo in cui Sgarbi affronta questo tema esprime una volontà di connettere diverse sfere della cultura, sottolineando l’interrelazione tra arte e sport in un contesto di creatività e successo. Questa osservazione offre uno spunto per allargare la discussione su come le diverse discipline possono dialogare tra loro, arricchendo il patrimonio culturale del paese e alimentando un sentimento di unità e orgoglio nazionale.
Con queste affermazioni, il critico d’arte riesce a catturare l’essenza di una narrazione che coniuga tradizione e innovazione, portando alla luce l’importanza del patrimonio culturale italiano nel suo complesso.