Nel vivace contesto di Napoli, il Vivaio Calvanese rappresenta un punto di riferimento storico e culturale. Lungo Via Foria, questo vivaio ha intrecciato per oltre cent’anni la passione per la botanica con l’arte, diventando un luogo unico dove storia e natura si uniscono. L’attenzione per la sostenibilità e la cura del verde sono non solo emblemi della tradizione napoletana, ma anche un richiamo alla valorizzazione della cultura e dell’arte locale.
Fondato nel 1864 da Francesco Saverio Calabrese, il Vivaio Calvanese ha visto un’evoluzione significativa grazie al lavoro successivo del figlio Francesco Paolo e della moglie Rita Stern. Questo stabilimento botanico si è trasformato in uno dei giardini più affascinanti di Napoli, un vero e proprio polmone verde all’interno della città. La storia del vivaio non si limita alla semplice vendita di piante, ma si articola in una narrazione che coinvolge personalità di spicco, ereditarietà culturale e un profondo legame con il territorio.
All’interno del vivaio, i visitatori possono scoprire la “Stanza del tempo,” un angolo che conserva cimeli e oggetti appartenenti a epoche passate. Qui il passato prende vita attraverso fotografie, vinili d’epoca, ceramiche e lampade che raccontano storie di artisti e intellettuali, come il celebre Eduardo De Filippo, che frequentavano il vivaio e la signora Stern. Molti degli spazi originari, come le otto serre storiche e l’antico pozzo, sono rimasti intatti, conferendo al vivaio un’atmosfera di incanto e nostalgia che cattura l’anima dei visitatori.
Antonella Raio ha dato vita a un connubio inaspettato tra arte e natura, trasformando il Vivaio Calvanese nel proprio laboratorio creativo. Scultrice e artista poliedrica, Antonella utilizza il suo studio come un palcoscenico per esplorare temi vitali come la sostenibilità ambientale e le dinamiche sociali. Tra sculture, fotografie e performance, la sua opera si distingue per un forte impatto emotivo e una narrazione personale che invita a riflessioni collettive.
Tra le sue creazioni più evocative spiccano “Innesti,” una serie di sculture sonore che incentivano l’ascolto della natura, e “Genuflessione,” un progetto che analizza il gesto di inginocchiarsi attraverso opere d’arte. Inoltre, “Guardiani 21” si propone come un’iniziativa comunitaria che ruota attorno ai resti di un albero caduto, simbolizzando l’importanza della vita vegetale nel tessuto urbano. Antonella ha annunciato piani di ampliamento del suo studio, trasformando ulteriori spazi del vivaio in laboratori dedicati agli artisti, promuovendo una collaborazione creativa all’insegna della sperimentazione.
Uno dei progetti più affascinanti del Vivaio Calvanese è senza dubbio ‘A Rareca Rarechea. Questa iniziativa, sviluppata in collaborazione con la Fondazione Morra Greco e il Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II di Napoli, si propone di mappare gli alberi curati e mantenuti dai cittadini. La ricerca si concentra sulla connessione tra le persone e la natura, evidenziando l’importanza della cura del verde nel contesto urbano.
Un elemento distintivo di questo progetto è l’installazione di anelli di bronzo realizzati in Scobyskin, un materiale innovativo derivato da scarti agroalimentari e senza l’uso di sostanze chimiche. Questi anelli simboleggiano la relazione simbiotica tra gli alberi e gli esseri umani. Attraverso l’utilizzo dell’app Arti Vive, i visitatori possono accedere a informazioni dettagliate sugli alberi rappresentati, promuovendo così una maggiore consapevolezza sul ruolo vitale della vegetazione nelle aree urbane e sul cambiamento climatico.
Il Vivaio Calvanese non rappresenta solo un rifugio per le piante, ma anche un luogo che respira cultura e storia. La visita a questo rifugio verde di Napoli è un’esperienza impattante e suggestiva, in grado di trasportare i visitatori in un viaggio sensoriale fra il verde e l’arte. L’armonia tra la natura e l’espressione artistica che caratterizza il vivaio invita a una riflessione profonda sulla vita e sull’importanza di preservare gli spazi verdi in un contesto urbano sempre più frenetico.
Questo angolo di Napoli, ricco di fascino e importanza storica, conserva ancora oggi una tradizione viva, una vera e propria testimonianza di un legame indissolubile tra l’uomo e la natura.