Luca Zaia, presidente della REGIONE VENETO, sta intensificando la sua difesa in merito alla legge sull’Autonomia differenziata, sostenendo che il Veneto si considera parte lesa dalle recenti impugnazioni da parte di altre regioni. Le tensioni politiche si acuiscono, con opposizioni che crescono all’interno del Parlamento e tra i cittadini, segnando un momento cruciale per l’organizzazione regionale italiana.
Luca Zaia ha dichiarato di ritenere fondamentale supportare la legge sull’Autonomia differenziata fino in fondo, specialmente dopo che cinque regioni, tra cui la CAMPANIA, hanno presentato ricorso contro di essa alla CORTE COSTITUZIONALE. Secondo Zaia, l’eventualità di una bocciatura della legge nazionale comporterebbe un attacco diretto all’Autonomia stessa. Ha giustificato la propria posizione spiegando che il giorno successivo avrebbe partecipato a un incontro a Roma con il ministro Roberto Calderoli, per discutere il piano e i progetti della LAW sull’Autonomia differenziata. Zaia ha chiarito che, in questa fase, le discussioni si concentreranno sulle prime nove materie delle 23 previste dalla legge, che non rientrano nei Livelli essenziali delle prestazioni, riflettendo sulla necessità di garantire un equilibrio tra il dovuto decentramento delle funzioni alle regioni e le prerogative statali.
Per quanto concerne le paure espresse dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sulla possibilità di una frantumazione delle competenze nel commercio internazionale, Zaia ha rassicurato che le funzioni statali saranno mantenute. Secondo il presidente, l’Autonomia differenziata non implica la creazione di venti sistemi di commercio estero diversi, ma è piuttosto un’opportunità per le regioni di esaltare le proprie peculiarità, sempre in armonia con le direttive nazionali. Ha citato come esempio la delega di alcune funzioni dal Ministero dell’Interno alle Poste per l’emissione dei passaporti, illustrando che le regole saranno gestite all’interno di una cornice nazionale.
D’altra parte, l’opposizione, rappresentata da Peppe De Cristofaro, capogruppo dell’Alleanza Verdi e Sinistra al Senato, critica aspramente la proposta di autonomia differenziata. De Cristofaro ha indicato un crescente nervosismo tra i leghisti di fronte al crescente dissenso pubblico e politico. Ha sottolineato che le firme raccolte per il referendum sull’abrogazione della legge, unite all’opposizione parlamentare, non rappresentano i soli segnali di contrasto. Infatti, anche Fratelli d’Italia e Forza Italia avrebbero mostrato fredda inclinazione verso la legge, creando ambiguità tra i membri della coalizione di governo.
De Cristofaro ha quindi enfatizzato che la legge non solo divide l’Italia, ma ha il potenziale di amplificare le disuguaglianze regionali. A sostegno della stessa legge è intervenuto Massimiliano Fedriga, governatore leghista del FRIULI VENEZIA GIULIA, il quale ha usato il linguaggio classico leghista per difendere l’iniziativa, attaccando il presunto centralismo italiano. Il dibattito, altamente polarizzato, suggerisce che le tensioni intorno all’Autonomia differenziata potrebbero intensificarsi ulteriormente nei prossimi mesi, portando a un clima politico sempre più tumultuoso.