Ricercatori italiani hanno fatto un importante passo avanti nella lotta contro le malattie retiniche, come la retinite pigmentosa e la degenerazione maculare senile, grazie alla scoperta di Ziapin2. Questa molecola, sviluppata in collaborazione tra l’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova e il Politecnico di Milano, ha dimostrato di riaccendere i recettori della luce nella retina, offrendo nuove prospettive per il ripristino della vista. I risultati di queste ricerche, pubblicati su Nature Communications, mostrano potenzialità significative, promettendo un futuro in cui queste gravi condizioni possano essere affrontate con efficacia.
Ziapin2 rappresenta il risultato di cinque anni di lavoro congiunto tra ricercatori di diverse aree scientifiche. Questa molecola è stata studiata per la sua capacità di attivare i meccanismi di traduzione della luce in percezione visiva, un processo fondamentale che si svolge nella retina. Utilizzando modelli animali, il team di ricerca ha osservato un effetto duraturo: Ziapin2 è riuscita a prolungare la percezione visiva per un periodo di due settimane. L’intento ora è di estendere ulteriormente questa efficacia e di avviare test clinici sugli esseri umani.
La retinite pigmentosa e la degenerazione maculare rappresentano sfide importanti nel campo della medicina oftalmologica. La prima è una malattia genetica rara che colpisce circa 1 persona su 3.500, mentre la degenerazione maculare legata all’età colpisce significativamente una parte della popolazione anziana, con un’incidenza che varia dal 7% all’8%. Queste malattie portano a una degenerazione progressiva dei fotorecettori retinici, conducendo a una perdita graduale della vista. Fino a oggi, le terapie disponibili hanno avuto risultati limitati nel recupero visivo, evidenziando la necessità di interventi più efficaci.
La ricerca è stata coordinata da Fabio Benfenati e Stefano Di Marco, con il supporto dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova. I ricercatori hanno definito Ziapin2 come uno strumento innovativo per contrastare gli effetti devastanti di malattie oculari. I risultati ottenuti hanno dimostrato che la molecola può modificare le caratteristiche elettriche della membrana neuronale in modo luce-dipendente, ripristinando le risposte tipiche che si riscontrano nella retina sana.
Da studi preliminari, emerge che Ziapin2 ha permesso di riattivare comportamenti visivi nei modelli animali, anche in soggetti che avevano già raggiunto uno stato di cecità totale. Dopo l’iniezione intraoculare della molecola, gli animali hanno mostrato segnali visivi e un miglioramento dell’acuità visiva, con effetti duraturi che si sono manifestati per circa due settimane. Questo nuovo approccio terapeutico, che ha superato test di biocompatibilità, rappresenta una vera e propria svolta nel campo della riabilitazione visiva.
I risultati di questo studio potrebbero aprire nuove strade verso l’applicazione clinica di Ziapin2. Benfenati, il coordinatore della ricerca, sottolinea l’importanza della molecola nel ripristino delle situazioni fisiologiche tra diverse categorie di neuroni retinici, le cellule On e Off. Questa azione potrebbe trasformare il modo in cui reagiamo agli stimoli luminosi, portando a una visione più naturale.
Il ricercatore Di Marco ha evidenziato che le osservazioni fatte nei modelli preclinici suggeriscono come Ziapin2 possa rappresentare un significativo passo avanti nel recupero visivo, senza effetti collaterali indesiderati. Un’affermazione forte che conferma le potenzialità terapeutiche di questa molecola. Chiara Bertarelli, un’altra protagonista dello studio, ha affermato che Ziapin2 potrebbe agire dove altre strategie, come le protesi retiniche, non hanno avuto successo. Lavorando esclusivamente sulle proprietà passive della membrana neuronale, la molecola potrebbe rappresentare una vera innovazione nel trattamento delle malattie retiniche degenerative.
Con gli sviluppi in corso, la comunità scientifica resta in attesa di ulteriori risultati da parte del team di ricerca per comprendere le effettive applicazioni di Ziapin2 nella clinica oftalmologica, dove la speranza di recuperare la visione per molti pazienti potrebbe finalmente diventare realtà.